Con una interrogazione urgente la consigliera comunale ha chiesto di fermarne la dismissione e aprire una riflessione per trasformarla in presidi socio-culturali e le possibilità, sulla scia di quanto già si fa in molte città, sono tante. Dall'amministrazione l'apertura c'è, ma senza il "sì" dei gestori il percorso è difficile. Chiesta intanto una commissione per parlarne
Fermare l’azione di dismissione delle edicole storiche per riconvertirle e dargli una nuova vita che sia parte integrante di quella cittadina facendone punti informativi turistici o infopoint digitali, o anche spazi culturali come bookcrossing, mini biblioteche o spazi espositivi, ma anche facendole diventare chioschi di servizio urbano per ricaricare le bici elettriche, ripararle o avere informazioni sulla mobilità sostenibile, così come micro attività commerciali quali chioschi di caffè e bevande o, ancora, punti vendita di piante e fiori o spazi per associazioni e iniziative di quartiere. È la proposta che con una interrogazione urgente accolta dal presidente del consiglio comunale Gianni Santilli, ha avanzato la consigliera Pd Michela Di Stefano chiedendo all’amministrazione di fare quanto già si fa in tantissime città italiane ed europee trasformando quelle edicole chiuse da anni e che ora si stanno “cancellando”, “in presidi di cultura, socialità e servizi da restituire alla cittadinanza”, spiega. Una proposta che potrebbe anche trovare seguito se però, ha sottolineato il vicesindaco Maria Rita Carota rispondendo in aula, i gestori privati vogliano rendersi partecipi di questa progettualità dato che, ha riferito, ad oggi la strada sarebbe stata tentata senza successo. Una possibilità che anche con l’assessore comunale al Commercio Zaira Zamparelli, ha riferito, era stata valutata e che l’assessore, raggiunta da IlPescara, ribadisce sarebbe interessante portare avanti fatta sempre salva la necessità di avere il sostegno del privato. Per Di Stefano “la rimozione definitiva di queste strutture rappresenta un’occasione persa per la rigenerazione urbana e per la valorizzazione di spazi già esistenti, spesso collocati in punti strategici. In molte città italiane ed europee – ribadisce – le edicole dismesse sono state riconvertite con successo in info point turistici, micro-spazi culturali, chioschi di servizio urbano o sedi temporanee per associazioni e iniziative di quartiere, attivando sinergie pubblico-private e generando benefici concreti per la comunità”. La consigliera dem con la sua interrogazione ha quindi chiesto di discuterne pubblicamente e avviare un progetto di riutilizzo delle edicole individuando una congiuntura di interesse pubblico e privato che produca valore per la città, anche attraverso bandi, concessioni temporanee o partenariati. Per portare avanti l’idea, Di Stefano ha anche chiesto la convocazione di una commissione consiliare dedicata alle edicole per valutare, prima dello smantellamento, l’eventuale recupero delle strutture previste per la rimozione e definire criteri chiari e trasparenti tra demolizione e riconversione. “Chiediamo all’amministrazione – conclude – di fermarsi, ascoltare e confrontarsi. Le edicole possono tornare a essere luoghi vivi: presìdi di prossimità, cultura e socialità. Una scelta di buon senso, sostenibile e utile a Pescara”. Carota, nel ricordare che così come sono ora, cioè chiuse, le edicole rappresentano anche una sorta di detrattore ambientale e che la decisione di rimuoverle è arrivata anche dalle sollecitazioni dei cittadini occupando le stesse il suolo pubblico, ha fatto sapere che di soluzioni ne sarebbero state cercate, ma che “non c’è stata una disponibilità alla riapertura o alla destinazione ad altri usi” riferendo anche di un incontro che con l’assessore Zamparelli ha avuto con la Confcommercio avrebbe avanzato iniziative che vanno nel senso indicato da Di Stefano, ma per procedere, ha ribadito, “è necessario che ci sia la disponibilità di chi le gestisce, altrimenti è difficile poter attuare una verifica sul territorio per farlo”. Una potenziale apertura dunque c’è a portare avanti un progetto di questo tipo e lo conferma anche Zamparelli che prioritariamente vedrebbe le edicole ormai chiuse come infopoint turistici tanto che nella sua idea almeno due potrebbero diventarlo: una a sud e una a nord della città.