Giovedì, 11 Dicembre 2025 18:34

La maggioranza non ha i numeri, voto 'infruttuoso' sul canone unico. Le opposizioni: "Nel centrodestra è crisi profonda"

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Le minoranze escono dall'aula e i numeri non bastano per portare a casa il risultato: 13 i votanti, ma ne servivano 17. Si rivoterà, ma il dato politico per le opposizioni è inequivocabile anche dopo il "caso Antonelli": "Il centrodestra è allo sbando"
Nulla di fatto: la delibera per l’adeguamento del canone unico patrimoniale (su base Istat), ovvero l’aumento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico non passa o meglio non ci sono i numeri per farla passare. Le opposizioni lasciano l’aula al momento di pigiare sul bottone e in maggioranza sono solo 13 i consiglieri presenti che votano a favore, ma per portare a casa il risultato di voti ne servivano 17. E così, con la minoranza assente e la maggioranza insufficiente, il voto è stato “infruttuoso”, come lo si definisce in questi casi. Come da regolamento, il presidente del consiglio comunale Gianni Santilli ha quindi rinviato il voto al termine del prossimo consiglio comunale, ma per le opposizioni anche se alla prossima seduta di consiglio l'atto passerà, il dato politico che emerge è quello di oggi e per i consiglieri di minoranza è chiarissimo: è la crisi in atto nella maggioranza di centrodestra. Una crisi che in 24 ore, sottolineano, è passata per il “caso” Antonelli ed è approdata all’impossibilità di votare una delibera contro cui tanti emendamenti e sub-emendamenti sono stati presentai dalle opposizioni che chiedevano di fermarla o, almeno, di rimodularla o rinviarla, per non gravare ancor di più sugli esercenti e in particolare su quelli delle zone della ‘movida’, Pescara Vecchia e pizza Muzii, già alle prese con le restrizioni delle cosiddette “ordinanze Cenerentola”. A fermarla però non sono stati gli emendamenti, ma i numeri. “La crisi del centrodestra, aperta dalla 'vicenda Antonelli', è esplosa in tutta la sua portata anche in aula, con la maggioranza che non è riuscita a garantirsi i numeri per approvare l'adeguamento del canone unico patrimoniale – commenta a caldo il consigliere comunale M5s Paolo Sola -. Questo conferma che ormai non riescono più a tenere serrate le fila e la nostra ferma opposizione a questo ennesimo aumento ha portato i suoi frutti, facendo emergere tutte le divisioni di un centrodestra ormai allo sbando”. Per il capogruppo comunale Pd Piero Giampietro quanto accaduto dimostra che “la maggioranza di centrodestra è entrata in una crisi profonda. A poche ore dalle dimissioni del consigliere delegato all'urbanistica Marcello Antonelli, i partiti di centrodestra non hanno avuto i numeri per approvare la delibera che aumentava il canone unico patrimoniale, ovvero che introduceva un aggravamento di un costo a carico di commercianti e artigiani. Il centrodestra – ribadisce - è entrato in una crisi profonda proprio su una delibera contro la quale ci stiamo battendo assieme a tutti i gruppi di opposizione da giorni in consiglio comunale. È evidente che questa crisi ha radici profonde che ora stanno emergendo con tutta la loro forza”. Ad aver parlato di crisi del centrodestra dopo il “caso Antonelli” era stato anche il capogruppo comunale Domenico Pettinari che di quella delibera aveva parlato a poche ore da quando si era saputo di quella relativa all’aumento delle strisce blu in città e l’aumento delle tariffe giornaliere dei parcheggi dove questa è prevista (da 2,50 a 4 euro), misura quest’ultima che entrerà in vigore il 7 gennaio. “La delibera sul canone unico patrimoniale non è stata votata perché la maggioranza non aveva il numero legale minimo di 17 elementi per votarla, noi siamo usciti dall’aula e non abbiamo consentito che l’aula potesse approvare questa famigerata delibera che va a introdurre un ulteriore aumento sulle tasche dei cittadini”, dichiara denunciando dunque anche lui un problema evidente che ci serpeggerebbe ormai tra le fila del centrodestra. “È davvero assurdo che oggi dopo l’aumento delle tariffe, dopo l’aumento delle aree a pagamento e dopo l’aumento della Tari si arrivi a un ulteriore aumento che graverà sui commercianti come un macigno, una categoria già gravemente in crisi. Ricordiamo anche che questa tassa è facoltativa ed è stata una espressa volontà del centro destra quella di introdurla. Ormai – conclude riferendosi tra le altre cose anche al tema parcheggi - stiamo assistendo a un susseguirsi di aumenti ingiusti e ingiustificati che pagheranno i pescaresi nei prossimi mesi”. Evidenti dunque per le opposizioni le tensioni nella maggioranza. Tensioni di cui avevano già parlato quando in aula era approdata la delibera, alla fine approvata pienamente dal centrodestra, per la vendita delle reti del gas, proseguita con il “caso Antonelli” e ora sfociata nella “votazione infruttuosa” sulla delibera per l’adeguamento del canone unico patrimoniale. Una crisi che per le minoranze non a caso sarebbe esplosa a ridosso della decisione del consiglio di Stato che tra 7 giorni e cioè il 18 dicembre, dovrà sciogliere il nodo sulle elezioni e dire se quelle che hanno portato al Masci-bis siano state regolari o, come stabilità dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) vi siano state irregolarità tali da annullarle in 27 sezioni o, peggio, se quelle irregolarità siano riscontrabili in altre sezioni con anche tra le possibilità quella di annullarle in toto.  
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