Giovedì, 11 Dicembre 2025 14:52

VIDEO| Tensione tra Pettinari e Santilli. Il capogruppo: "Ho temuto l'aggressione fisica". Il presidente: "Solo toni accesi"

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Tutto sarebbe avvenuto prima dell'inizio del consiglio comunale e a evitare il peggio sarebbe stato, secondo il racconto di Pettinari, il consigliere Adamo Scurti. Santilli conferma i toni accesi, ma "Mai uno scontro fisico". Le scuse sono arrivate, ma "Nessun 50 per cento di responsabilità" per l'esponente di minoranza
“Sinceramente ho temuto per la mia incolumità perché la tensione era talmente alta, talmente alle stelle che si stava rischiando lo scontro fisico. Io stavo con le mani alzate”. Così il capogruppo comunale Domenico Pettinari (Pettinari sindaco) su quanto sarebbe avvenuto intorno alle 8.50 dentro la sala consiliare, quando la seduta non era ancora iniziata: uno scontro verbale al limite di quello fisico, con il presidente del consiglio comunale Gianni Santilli che gli si sarebbe avvicinato tanto da costringere, questo quanto raccontano Pettinari e il consigliere comunale Massimiliano Di Pillo, da spingere il consigliere di maggioranza Adamo Scurti, unico altro presente in quel momento, a intervenire allontanando il presidente. “È arrivato con il suo naso attaccato al mio naso con i pugni carichi”, ha detto in aula raccontando l'episodio.Una circostanza questa smentita da Santilli. Nessun rischio di scontro fisico ci sarebbe stato, ribatte rispedendo al mittente le accuse seppur ammettendo che sì, uno scontro verbale molto acceso c'è stato tanto che, per i modi, si è scusato anche in apertura di consiglio, ma specificando che sul fatto ci sarebbe stato un 50 per cento di responsabilità puntando il dito sull'atteggiamento provocatorio che arriverebbe ad ogni seduta da parte del gruppo di minoranza.  Una responsabilità bipartisan che per Pettinari, invece, non ci sarebbe affatto e una vicenda su cui anche Scruti è intervenuto in aula cercando di placare gli animi con il capogruppo che, da parte sua, ha ribadito di essersi sentito minacciato al limite dello scontro fisico ribadendo che se così non fosse stato l’intervento del consigliere non sarebbe stato necessario. Tutto sarebbe nato da un messaggio nella chat del consiglio inviato dal consigliere Massimliano Di Pillo sull’orario di apertura con le conseguenze arrivate fino agli scranni di palazzo di città. Ecco cosa hanno raccontato i protagonisti dell’episodio non di certo piacevole e che ha suscitato anche una sentita discussione tra maggioranza e opposizione in aula. “È successa una cosa molto brutta – ribadisce ai microfoni Pettinari -. Prima che iniziasse il consiglio ci siamo scontrati sull'orario d'inizio. Io alle 8.30 stavo qui, ero presente perché la convocazione era alle 8.30, il presidente no”. Quando Santilli è arrivato “ci siamo iniziati a scontrare sulla partecipazione del presidente a una conferenza stampa dove si annunciava una denuncia per diffamazione nei miei confronti”, e cioè quella sulle reti del gas finita a esposti tra Pettinari e l’amministratore unico di Pescara Energia Giuliano Diodati. “Per tutta risposta – racconta il capogruppo di minoranza - c'è stata una reazione immediata. Il presidente è venuto contro di me e non voglio aggiungere quello che si stava per verificare, ma so solo che grazie al buon consigliere Adamo Scurti che si è frapposto con forza tra me e il presidente allontanando il presidente per evitare che accadesse il peggio”. “Sinceramente – aggiunge - ho temuto anche per la mia incolumità perché la tensione era talmente alta, talmente alle stelle che si stava rischiando anche uno scontro fisico”, aggiunge dopo aver riferito in aula che il presidente gli si sarebbe avvicinato tanto quasi da sfiorargli il viso. “Assolutamente, l’aggressione fisica non esiste”, replica Santilli riferendo la sua versione dei fatti. “C'è stata una discussione verbale. Io di solito nella chat che abbiamo del consiglio comunale scrivo sempre l'orario di apertura del consiglio. Questa volta ho dimenticato di fare questa cosa, ma non è una cosa a cui io sono tenuto – precisa -: lo faccio per una questione di correttezza, perché la convocazione nella chat c'è la convocazione firmata dal presidente del consiglio Gianni Santilli”, cioè da lui. Nessuna degenerazione della discussione, precisa. “Chiaramente sappiamo bene come vanno le cose con il consigliere Pettinali che esagera sempre. Ormai siamo arrivati a un punto che non facciamo altro che assistere a minacce di tutti i tipi quindi questa volta gli ho chiesto gentilmente di evitare e di ritornare alla normalità, ma ripeto, non è facile”, precisa ancora. Gli chiediamo allora se magari non ha perso un po’ la pazienza. “No, la pazienza non l'ho persa perché il consiglio comunale non era ancora stato aperto. Abbiamo parlato forse alzando un po' la voce sia l'uno che l'altro, però ripeto la pazienza, beh io neh tanta e sto portando avanti nel migliore dei modi i consigli comunali”. Le scuse, sottolinea, le ha fatto “però addebitando le responsabilità al 50 per cento. Io riconosco magari di aver esagerato, ma anche lui spero che abbia riconosciuto le sue colpe”. Nessuna colpa da riconoscere invece per Pettinari che sottolinea: “sono arrivate le scuse parlando anche di una sorta di concorso di colpa al 50 e 50, ma e arrivano le scuse sono perché c'è una colpa al 100 per cento. Io non penso che si dovrebbe arrivare a questi a questi livelli. Noi stiamo facendo l'opposizione per cui siamo pagati dei cittadini, la stiamo facendo fino in fondo e senza lasciare nulla intentato”, conclude.Le reazioni in aulaLa particolare apertura del consiglio comunale tra le scuse di Santilli e la ricostruzione di Pettinari, ha subito acceso il dibattito. Il primo intervenire è stato il consigliere di maggioranza Adamo Scruti, che ha confermato la tensione tra Santilli e Pettinari, pur senza ribadire l’episodio dell’allontanamento fisico contestato dal capogrupo di minoranza. Scruti ha ammesso uno scontro “molto acceso, ma ha precisato che da parte di Santilli non ci sarebbe stata “alcuna volontà di andare oltre fisicamente”, auspicando un ritorno a calma e serenità per il bene della città con Pettinari che, da parte sua, ha rimarcato il fatto che se così fosse stato non li avrebbe allora dovuti separare.Scontro fisico o meno, per il consigliere di Fratelli d’Italia Loris Mazzioli, la “bassezza deprimente” cui si sarebbe arrivati in aula, vista soprattutto come una mancanza di rispetto vero si cittadini che l'aula rappresenta, è il frutto del “circo” che a ogni seduta mette in piedi  chi cerca solo pretesti per urlare e creare problemi. Di tutt’altro avviso il consigliere Pd Marco Presutti, che ha parlato di “degrado nell’esercizio dell’alta funzione” assegnata ai consiglieri dai cittadini, dovuto a una maggioranza poco incline al confronto e guidata da un sindaco che “siccome eletto pensa di poter fare tutto ciò che vuole” con la conseguenza che il centrodestra vota le sue scelte, ma senza mai spiegarle mai in aula.Nel dibattito è intervenuto anche Donato Di Matteo (lista Costantini sindaco), secondo cui il caos nasce da un errore iniziale: la composizione della giunta, che avrebbe trasformato la presidenza del consiglio in un “rimedio”. Pur definendo Santilli “un ottimo amministratore”, Di Matteo ha sostenuto che “probabilmente non ha le caratteristiche per fare il presidente del consiglio”. Di Matteo ha quindi invitato tutti a evitare certe derive, ricordando di aver conosciuto Pettinari ai tempi della giunta regionale guidata da Luciano D’Alfonso e, nonostante ne fosse spesso oggetto, di non aver mai risposto con aggressioni verbali o fisiche alle sue accuse.Pettinari, ha sottolineato, rappresenta “il 14% degli elettori” e attaccarlo significa mancare di rispetto a chi lo ha votato. Parole rivolte anche agli assessori di maggioranza che avrebbero replicato fuori microfono al racconto del consigliere. Insomma l'invito a non farne questioni personale perché, ha concluso, “Andare avanti così rischia di trasformare questa nella peggiore consiliatura della storia di Pescara per livello di cultura politica”. Chiusa, almeno in aula, la questione, il consiglio è ripreso normalmente con all'ordine del giorno diverse delibere su cui lo scontro è, come sempre, acceso. 
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