Mercoledì, 10 Dicembre 2025 18:22

Il consigliere Antonelli rimette le deleghe all'Urbanistica: "Scelte non condivise, faccio un passo indietro"

Vota questo articolo
(0 Voti)
Parla di "sostanziali divergenze" in particolare sulla delibera al Decreto sviluppo da riscrivere dopo la bocciatura di Tar e consiglio di Stato, ma in generale anche sul complesso della materi. Di qui la decisione di riconsegnare le deleghe al sindaco ringraziandolo comunque per la fiducia datagli
“Ho rimesso nelle mani del sindaco la delega interorganica alle attività inerenti i processi di pianificazione territoriale complessa, agli strumenti attuativi in variante o progetti contenenti deroghe urbanistiche, alle procedure relative al recepimento della legge regionale 49/2012, nonché alle attività di competenza comunale collegate alla legge regionale 58/2023”. Inizia così la nota con cui il consigliere comunale Marcello Antonelli (Forza Italia) annuncia la decisione presa. “Con sincero dispiacere ho dovuto prendere atto di sostanziali divergenze su rilevanti questioni legate ai temi urbanistico-edilizi e, nella divaricazione di posizioni tra delegante e delegato, trovo inevitabile che spetti a quest’ultimo fare il classico passo indietro”, aggiunge.“In questo senso va letta la mia decisione di non procedere ulteriormente nelle attività delegate dal sindaco che ringrazio comunque per la fiducia in me risposta. Torno, pertanto – scrive ancora Antonelli -, a svolgere a tempo pieno le mie funzioni di consigliere comunale, del quale non sono minimamente in discussione né l’appartenenza a Forza Italia, né alla maggioranza di governo della città”. A spingere Antonelli a lasciare le deleghe che gli erano state assegnate dal sindaco cui ora tornano in capo, sarebbero state dunque le divergenze, e non solo queste precisa, emerse in relazione alla delibera con cui l’ente dovrebbe adottare il Decreto sviluppo dopo che quella approvata nel 2023 è stata dichiarata illegittima sia dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) che dal consiglio di Stato. Una illegittimità decretata perché quell'atto, con il caso specifico riferito a un edificio oggetto di demo-ricostruzione in via Oberdan, avrebbe esteso in modo generico e non motivato le deroghe volumetriche su ampie porzioni della città, senza collegare le misure alle concrete esigenze di rigenerazione urbana richieste dalla norma. Una sentenza di gennaio 2025 quella del consiglio di Stato seguita, come detto, a quella del Tar risalente a maggio 2024. Da quel momento è quindi iniziato il lavoro per arrivare a definire una nuova delibera, ma ad oggi a una quadra non si è arrivati e questo sarebbe accaduto sia per quelle “divergenze” di cui parla Antonelli, sia per ragioni esterne rispetto all’attività dell’amministrazione, a cominciare dall'arrivo dell'aggiornamento del Psda (Piano stralcio difesa dalle alluvioni) che, con le nuove perimetrazioni, ha limitato e non di poco il raggio di azione sul tema edilizia. Un aggiornamento contro cui l’ente, ricorda lo stesso consigliere, ha presentato ricorso al Tar.Ad Antonelli, che abbiamo raggiunto telefonicamente, chiediamo quali siano quelle divergenze tra delgato e delgante di cui parla che lo hanno spinto a fare quel passo indietro. Si tratta, risponde, “di questioni di impostazione, di modifiche utili a favorire la rigenerazione urbana. Il mio obiettivo – spiega – era quello di dare seguito alle politiche del centrodestra sul tema, applicandole nell’ambito del perimetro fissato dal consiglio di Stato. A fine luglio la mia attività l’avevo finita, ma il lavoro fatto non è stato condiviso e questo ha determinato inevitabilmente dei rallentamenti. Credo sia giusto a questo punto che porti avanti le politiche in cui crede”, aggiunge. Quindi i problemi “esterni” che seppur non direttamente collegati all'atto, avrebbero creato difficoltà nel trovarla una quadra e cioè proprio la riperimetrazione del Psda che difficoltà non le ha creato solo nell'ambito delle nuove costruzioni edilizie in capo al privato, ma anche su tanti interventi pubblici. Se a queste difficoltà si aggiungono temi quali le zone vincolate collinari e il piano di rischio aeroportuale, si capisce come quella delibera fosse in realtà piuttosto urgente dato che parliamo di un tema che, precisa, interessa tutto il tessuto economico della città e non soltanto i costruttori. In questo scenario, spiega ancora, il non avere ad oggi una delibera che garantisce gli incentivi su un settore, quello dell’edilizia, che rappresenta quasi il 20% del pil (prodotto interno lordo) della città, non può che creare problemi mandando in stallo un settore che grazie agli incentivi “ha prodotto anche importanti risultati sul piano del tessuto della città facendo diventare Pescara un fiore all’occhiello e creando le condizioni per un importante sviluppo economico”. “Di fronte a questo quadro si sarebbe dovuto accelerare, ma siamo sostanzialmente in blocco per i motivi detti, molti dei quali – lo precisa ancora – non dipendenti dall’amministrazione tanto che su quel Psda siamo capofila di un ricorso che interessa anche altri comuni e soggetti privati. Un quadro preoccupante che credo bene non faccia”, ribadisce. “Sono stati mesi difficili, forse i più difficili e credo che i mesi che verranno lo saranno ancora”, chiosa riferendosi sia alla sentenza del consiglio di Stato che ai problemi nati con il Piano stralcio oltre che alle divergenze che hanno tenuto al palo una delibera che, di fatto, al palo tiene proprio il settore dell'edilizia.“La politica deve occuparsi di temi strategici perché se non lo fa allora è meglio che se ne stia a casa. Io non sono un appassionato di pergamene, canzonette e convegni: questo è un ambito importantissimo”, conclude Antonelli ricordando che l'urbanistica è “materia consiliare” e precisando che quando si parla di edilizia e di problemi legati all’edilizia, “non parliamo solo di costruttori, parliamo di tutto il tessuto economico della città” a cominciare dal singolo cittadino perché “quando uno si ritrova ad avere una casa in una zona delimitata ora dal Psda, non può fare interventi edilizi sulla sua abitazione e questo vuol dire una grande perdita di valore”.Insomma quella nuova delibera la si sarebbe dovuta avere il prima possibile, ma ad oggi ancora non c'è, ma cittadini e imprese ora vogliono risposte così come a chiederle ci sono le opposizioni con il Pd che di recente, tornando proprio sul tema urbanistica, all'amministrazione ha chiesto chiarimenti in merito a quei “palazzoni” spuntati in città seppur ad oggi il nuovo atto non c'è. E ora, a non esserci più, è anche il consigliere delegato a riadattarla. 
Letto 0 volte