Ritorna anche quest’anno l’Indie rocket festival, che si terrà allo Spazio Matta il 5 e 6 dicembre. Due serate per attraversare nuove geografie musicali, paesaggi rituali, visioni elettroniche e racconti sonori provenienti da mondi reali e immaginari. Un viaggio costruito in due atti, tra jazz espanso, world music mutante, avanguardie elettroniche e narrazioni cinematografiche.Per la prima volta a Pescara arriva Sarathy Korwar, batterista, compositore e produttore indo-britannico tra le figure più visionarie della scena contemporanea. A pochi giorni dall’uscita del nuovo album There Is Beauty, There Already (Otherland /!K7), Korwar presenta un set percussivo immersivo, in cui tabla, drum kit, ghatam, strumenti tradizionali ed elettronica si fondono in un flusso ipnotico di improvvisazioni cicliche. Un’esperienza radicale che intreccia minimalismo, ritmi rituali e forme jazz nuove, mettendo il corpo al centro del gesto musicale.A seguire, Go Dugong porta un dj set psichedelico e sperimentale pensato appositamente per Indie rocket festival: folklore elettronico, bass music, vibrazioni globali e visioni club si intrecciano in un rito danzante, tra sample manipolati, ritmi spezzati e atmosfere trance. Sabato 6 dicembre ci saranno, invece, HJirok con Hani Mojtahedy (Kurdistan/Iran) & Andi Toma (Mouse On Mars), Apopi in vinile, Oltrefuturo dj set. Il secondo capitolo è il più cinematografico: una notte costruita come un viaggio in terre reali e immaginarie.Al centro c’è HJirok, progetto nato dall’incontro tra la voce curda-iraniana Hani Mojtahedy e Andi Toma, mente dei Mouse on Mars. Una musica-portal che unisce memorie Sufi, ritmi ancestrali, registrazioni da villaggi del Kurdistan, setar, percussioni, field recordings e lingue che raccontano libertà, dolore e resistenza. Dal vivo, HJirok è un’apparizione politica e spirituale, sospesa tra passato e futuro. Ad aprire la serata, Apopi propone un set in vinile che attraversa Mediterraneo, Nord Africa, Medio Oriente e vibrazioni globali: groove spezzati, library esotica, funk orientale e ritmi rituali. A chiudere, Oltrefuturo avvolge lo spazio in un flusso morbido di ambient club, downtempo e pulsazioni lente: una discesa onirica, un ritorno su un pianeta ancora sconosciuto.
Ritorna anche quest’anno l’Indie rocket festival, che si terrà allo Spazio Matta il 5 e 6 dicembre. Due serate per attraversare nuove geografie musicali, paesaggi rituali, visioni elettroniche e racconti sonori provenienti da mondi reali e immaginari. Un viaggio costruito in due atti, tra jazz espanso, world music mutante, avanguardie elettroniche e narrazioni cinematografiche.Per la prima volta a Pescara arriva Sarathy Korwar, batterista, compositore e produttore indo-britannico tra le figure più visionarie della scena contemporanea. A pochi giorni dall’uscita del nuovo album There Is Beauty, There Already (Otherland /!K7), Korwar presenta un set percussivo immersivo, in cui tabla, drum kit, ghatam, strumenti tradizionali ed elettronica si fondono in un flusso ipnotico di improvvisazioni cicliche. Un’esperienza radicale che intreccia minimalismo, ritmi rituali e forme jazz nuove, mettendo il corpo al centro del gesto musicale.A seguire, Go Dugong porta un dj set psichedelico e sperimentale pensato appositamente per Indie rocket festival: folklore elettronico, bass music, vibrazioni globali e visioni club si intrecciano in un rito danzante, tra sample manipolati, ritmi spezzati e atmosfere trance. Sabato 6 dicembre ci saranno, invece, HJirok con Hani Mojtahedy (Kurdistan/Iran) & Andi Toma (Mouse On Mars), Apopi in vinile, Oltrefuturo dj set. Il secondo capitolo è il più cinematografico: una notte costruita come un viaggio in terre reali e immaginarie.Al centro c’è HJirok, progetto nato dall’incontro tra la voce curda-iraniana Hani Mojtahedy e Andi Toma, mente dei Mouse on Mars. Una musica-portal che unisce memorie Sufi, ritmi ancestrali, registrazioni da villaggi del Kurdistan, setar, percussioni, field recordings e lingue che raccontano libertà, dolore e resistenza. Dal vivo, HJirok è un’apparizione politica e spirituale, sospesa tra passato e futuro. Ad aprire la serata, Apopi propone un set in vinile che attraversa Mediterraneo, Nord Africa, Medio Oriente e vibrazioni globali: groove spezzati, library esotica, funk orientale e ritmi rituali. A chiudere, Oltrefuturo avvolge lo spazio in un flusso morbido di ambient club, downtempo e pulsazioni lente: una discesa onirica, un ritorno su un pianeta ancora sconosciuto.