Martedì, 25 Novembre 2025 16:41

VIDEO | Nuovo "quartiere" dietro la stazione Porta Nuova: "Un altro grande parco e nessun aumento di cubatura" [FOTO]

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A dirlo il sindacoCarlo Masci illustrano il nuovo Pp7 che comprende la grande area che attraversa la zona sud-ovest della città: "Prima il parco poi il resto", sottolinea ricordando che all'ente saranno ceduti oltre 50mila metri quadrati di uno spazio di 100mila. "È una grande operazione culturale, sociale e di sostenibilità ambientale"
Prima il parco pubblico poi il resto con la decisione di far sì che la parte di edilizia residenziale privata si sviluppi in altezza, seppur senza superare quei 50 metri limite massimo previsto dall’Enac in virtù del piano di rischio aeroportuale, al fine di lasciare più spazio per i servizi alla cittadinanza con alla base la volontà di “unire” idealmente la parte della città che è al di qua della ferrovia e cioè affaccia verso il mare, e quella che invece si sviluppa dietro quella linea che è rappresentata dalla ferrovia. Una progettualità per la quale, se si è lasciata libertà sul fronte “altezze”, non c’è stato alcun aumento sul fronte delle volumetrie. Un progetto che, nella visione dell’amministrazione, trova proprio in quel parco “contemporaneo” come è stato definito dai progettisti dello studio ArchQuadro che ha messo a terra l’idea progettuale di oltre 31mila metri quadrati concepito nell’ottica della “città spugna” e che è la parte più rilevante di uno spazio, quello di cessione al pubblico, di oltre 50mila dei quasi 100mila metri quadrati dell’area e dove sorgeranno piazze d’acqua e spazi fruibili dalla cittadinanza. Questa la sintesi della nuova definizione del Pp7, il piano particolareggiato del grande spazio che c’è dietro la stazione di Porta Nuova, ovvero nella zona sud-ovest della città tra via Tiburtina, via Lago di Campotosto e strada comunale Piana. Un Piano anticipato da IlPescara e ufficialmente presentato dal sindaco Carlo Masci e dal consigliere delegato all’Urbanistica Marcello Antonelli insieme ai progettisti Dante Antonucci, Laura Crognale e Cristiano Del Toro, e alla dirigente del settore Sostenibilità ambientale e transizione ecologica Emilia Fino. Un progetto che il sindaco definisce così: “Una grande operazione culturale, sociale e di sostenibilità ambientale”. Il piano, con apposita delibera di giunta, è stato adottato e finiti i 30 giorni per presentare le osservazioni, con poi trascorsi quelli per la loro valutazione e le eventuali modifiche da apportare, sarà definito e definitivo. Solo allora si potrà procedere con i progetti che sfoceranno negli appalti e le realizzazioni. Dare tempi è impossibile, ma il nuovo Piano particolareggiato per quell’area ora c’è e questo vuol dire che l’indirizzo, anzi più di questo, di ciò che dovrà diventare, è ora pienamente definito. Che siano i privati a realizzare quel parco o che quelle aree entrino nella proprietà del Comune e dunque della città non è l’elemento centrale perché comunque quel parco si dovrà fare e l’obiettivo, come detto, è quello proprio di partire da lì per poi procedere con gli interventi di edilizia residenziale, quelli sì in capo al privato, attraverso la realizzazione di “torri” che dovranno rispondere ai criteri della sostenibilità così come l’intera proposta progettuale che va a intervenire in quelle aree di risulta che rappresentano, sottolinea Antonelli, quei luoghi dove si gioca ora la partita del futuro di Pescara. Un progetto che si inserisce, spiega il sindaco, in una visione complessiva della città che l’attuale giunta, ribadisce, avrebbe voluto orientare al verde con il nuovo parco che si aggiungerà al parco centrale dell’area di risulta, al parco nord e all’accorpamento della riserva dannunziana, ma anche legato al corridoio verde appena inaugurato nella non lontana zona del tribunale e che dunque abbraccia il quartiere San Donato da una parte e che, dall’altra, si va a intersecare con la nuova viabilità creata dalla Strada pendolo. Un Piano particolareggiato c’era già ed era quello del 2013, “ma non è stato mai attuato perché evidentemente non aveva i piedi per camminare. Oggi lo abbiamo rielaborato e abbiamo puntato – dichiara Masci - sulla strategia della sostenibilità ambientale e del verde perché ci sarà in questo contesto un altro grande parco basato sul concetto del recupero delle acque, ovvero delle ‘aree spugna’, come si chiamano oggi, perché è così che oggi si stanno costruendo le grandi città europee”. I privati, ovviamente, potranno costruire sui loro terreni, ma senza che vi sia stato, ribadisce e precisa, “nessun aumento di cubatura. Vogliamo che Pescara sia una città sempre più verde e resiliente: una città che si prepara al futuro che sarà fatto di isole di calore e aumento delle temperature”. L’obiettivo è quindi quello di “creare ampie aree verdi che permettano ai cittadini di poter vivere bene. I proprietari potranno già muoversi per le realizzazioni, ma in primis ci sarà il grande parco”, chiosa. Non un progetto frutto di un accordo pubblico-privato, ma “una proprietà privata le cui aree, come previsto dal Piano particolareggiato, vengono concesse al Comune diventando patrimonio collettivo”. Dare dei tempi è impossibile. Non saranno di certo “brevissimi”, sottolinea il primo cittadino, “perché ci sarà da mettere in campo una progettualità complessiva dal punto di vista esecutivo. È un percorso che cambia la città e queste operazioni non si fanno in un giorno tant’è – conclude – che il Pp7 precedente era fermo da oltre una decina di anni”. Ora che c’è e una volta che si sarà l’approvazione definitiva “ci permetterà invece di operare con concretezza e soprattutto con un percorso chiaro di una città che punta sempre di più sul verde per lo il suo sviluppo”. A entrare nel dettaglio del progetto sono stati i progettisti confermando che quello che si intende creare, e parliamo ovviamente del parco e comunque di tutti gli spazi pubblici, è un grande spazio multifunzionale in continua evoluzione tra rinaturalizzazione e biodiversità che proprio grazie al come si è previsto di recuperare le acque, sarà in grado sempre più di autorigenerarsi ed espandersi oltre che di difendere la città da eventuali alluvioni. Un grande parco dove non mancheranno orti intelligenti, percorsi pedonali, aree per la socializzazione, lo sport e il lavoro con gli stessi edifici che, al piano terra, non avranno appartamenti, ma spazi commerciali e servizi per la cittadinanza. Insomma un primo passo, il più importante sul fronte della definizione di cosa si vuole fare di quello spazio. Le progettualità, quelle esecutive, arriveranno a tempo debito e con loro anche la concreta trasformazione di quella grande area da quasi 100mila metri quadrati.
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