A raccontare l'episodio avvenuto il 31 ottobre sono gli stessi consiglieri comunali del gruppo "Pettinari sindaco" che erano al civico 229 di via Tavo per una diretta Facebook riguardante lo spaccio di droga
Aggressione verbale e intimidatoria nei confronti di Massimiliano Di Pillo e di Domenico Pettinari, consiglieri comunali del gruppo “Pettinari sindaco” il 31 ottobre nel pomeriggio, in via Tavo 229. Come racconta lo stesso Pettinari, i due erano sul posto per una diretta Facebook davanti al civico 229, per denunciare ancora il problema dello spaccio di stupefacenti davanti al “fortino della droga” fra vedette, spacciatori, e centinaia di acquirenti che vengono da tutte le parti della regione.Pettinari racconta:"Mentre stazionavamo davanti all’ingresso posteriore del palazzo, impegnati a fare una diretta Facebook di denuncia, a bordo della mia autovettura, venivamo improvvisamente affiancati da una macchina di colore nero dalla quale scendevano due uomini, apparentemente di etnia rom e uno, in particolare, portandosi verso la portiera dal guidatore dove ero seduto ci chiedeva con insistenza di uscire fuori dalla macchina per parlare, con tono alterato e aggressivo.Io e il collega Di Pillo, rimanendo chiusi a chiave in macchina, abbiamo cercato di prendere tempo rispondendo che saremmo scesi dopo 5 minuti, contestualmente contattavamo il numero di emergenza della questura di Pescara per chiedere un intervento. I due uomini rimanevano sul posto per oltre dieci minuti chiedendoci, a più riprese, di scendere dalla macchina e di “non chiamare i rinforzi” ma, dopo aver sentito il suono delle sirene, sono andati via."Pettinari evidenzia la difficoltà e la pericolosità di vivere nei quartieri a rischio delle periferie, dove episodi di violenza, minacce e aggressioni sono frequenti per chi si oppone alla criminalità. Nonostante le intimidazioni subite, il consigliere spiega di non ha mai smesso di lottare contro la criminalità locale e ringrazia le forze dell’ordine per il servizio di tutela ricevuto, che ha protetto la sua incolumità. Tuttavia, rimane il problema persistente di un ambiente ostile e difficile per le persone oneste, costrette a vivere in un contesto di costanti soprusi e minacce.“Nessuno può permettersi di alterare un “equilibrio” imposto dalla malavita, se cerchi di spezzare questo equilibrio , come spesso facciamo noi, vieni immediatamente individuato, accerchiato e intimidito. Il caso di ieri ci fornisce la rappresentazione plastica di come, in un certo posto della città, non si è nemmeno liberi di stazionare in macchina e di osservare perché, i signorotti della malavita locale, si sentono disturbati nei loro loschi affari. E allora cercano in tutti i modi di allontanarti. Naturalmente è facile immaginare che chiunque, dopo una spiacevole esperienza del genere, eviti in futuro di passare da quelle parti e soprattutto fermarsi davanti a quelli che noi definiamo fortini della droga. In questo modo non ci saranno occhi indiscreti a “fotografare” l’inferno che i residenti sono costretti a vivere e il famoso “equilibrio” non si rompe. Invece noi no. ”Abbiamo scelto di non arrenderci e di continuare a sostenere la legalità in queste aree conclude Pettinari, affinché la gente onesta possa riprendere il controllo. “È nostro dovere civico e morale combattere la criminalità e rispondere con fermezza agli atti intimidatori. Il messaggio è chiaro: non abbiamo paura, devono essere i criminali a temere lo Stato perché questa terra appartiene alle persone perbene, non alla malavita.”