Giovedì, 25 Dicembre 2025 13:05

Proposta del Patto per l'Abruzzo per il salario minimo dopo il "sì" della corte costituzionale alla Regione Puglia

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Dopo il via libera alla legge pugliese, i consiglieri d'opposizione pronti ad avanzare la proposta dei 9 euro l’ora negli appalti commissionati dall'ente per combattere il lavoro povero e rafforzare qualità, diritti e sviluppo regionale
Il salario minimo di nove euro l’ora negli appalti commissionati dalla Regione non è incostituzionale. Lo ha stabilito proprio corte costituzionale, dando via libera alla normativa della Regione Puglia. Un passaggio importate e ora il Patto per l’Abruzzo è pronto a presentare la proposta per portare la stessa misura in Abruzzo con lo scopo di contrastare il lavoro povero che in Abruzzo assume i connotati di una vera e propria emergenza. “Il pronunciamento della corte costituzionale sulla legge della Regione Puglia è fondamentale per la tutela dei lavoratori e per la qualità della spesa pubblica – commentano i consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo –. Nella nostra proposta, che porta la prima firma di Luciano D’Amico e poi sottoscritta da tutto il Patto, tra i criteri di selezione delle imprese che partecipano alle gare d’appalto, inseriamo l’obbligo di garantire una retribuzione oraria minima ai dipendenti, nel pieno rispetto delle competenze statali e della contrattazione collettiva. La Regione Abruzzo eserciterà così le proprie prerogative su appalti, concessioni e affidamenti regionali; enti, agenzie e società partecipate; beneficiari di fondi, contributi e incentivi regionali; programmi di politiche attive del lavoro e formazione professionale”, sottolineano. “Legare l’uso delle risorse pubbliche al rispetto di standard minimi di dignità salariale – continuano i consiglieri d’opposizione - non è solo una questione etica, ma è una scelta che incide sulla competitività del sistema. Il lavoro povero genera una catena di criticità che deve essere spezzata: riduce il potere d’acquisto, frena i consumi, indebolisce la domanda interna e, di conseguenza, la crescita economica. Un’economia basata su salari bassi è un’economia fragile, che alimenta precarietà e spinge i giovani a lasciare la regione. In Abruzzo l’80% dei nuovi contratti è precario, il salario medio è sotto la media nazionale e la disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Ogni anno oltre 4.000 giovani lasciano la regione”. “Davanti a questi dati certificati non basta più limitarsi a enunciare con toni entusiastici il saldo tra occupati e disoccupati – incalzano -, servono misure concrete ed efficaci che rendano il lavoro volano per l’economia, per questo presentiamo questa Proposta di Legge regionale e siamo pronti a discuterne con le parti sociali, le associazioni datoriali e sindacali”. “Auspichiamo che anche la maggioranza di destra in consiglio regionale voglia attivarsi per contribuire all’approvazione della norma senza ostacolarla. L’Abruzzo ha bisogno di questi interventi: garantire un salario minimo negli appalti significa orientare il mercato verso imprese sane, capaci di competere sulla qualità e non sul ribasso dei diritti. È un investimento sul capitale umano e sulla stabilità sociale, che produce benefici anche in termini di produttività e attrattività del territorio. L’obiettivo è chiaro – concludono i consiglieri del Patto per l’Abruzzo -: approvarla entro i primi tre mesi del 2026”, concludono”.
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