Nel giorno di Santa Barbara nelle aule del tribunale di Pescara si celebrava l’ultimo atto di un processo durato circa sette anni, come fa sapere lo stesso Rocco Pacella
Assolto da ogni accusa il sindacalista dei vigili del fuoco Rocco Pacella dalla denuncia effettuata dall’ex comandate provinciale dei vigili del fuoco di Pescara, Vincenzo Palano. «Mentre tutti i vigili del fuoco d’Italia onoravano Santa Barbara, protettrice dei Pompieri», scrive Pacella, «nelle aule del tribunale di Pescara si celebrava l’ultimo atto di un processo durato circa sette anni, ai quali vanno aggiunti gli anni della dirigenza del Palano nel Comando di Pescara». Come precisa anche Pacella, «l’accusa di calunnia si fondava su tre lettere scritte tra maggio e luglio del 2019 dal sindacalista Pacella, aventi a oggetto un contrasto sindacale insorto con il comandante Palano. Tale contrasto aveva avuto origine negli anni precedenti, a causa di nuove interpretazioni di direttive ministeriali e in materia contrattuale, da parte del Comando, in assenza di interventi normativi. La situazione precipitò nell’estate del 2017 quando, in seguito ad alcune vicende, il Palano apportò alcune modifiche in ordine alle procedure e alle competenze impartite dal ministero dell’Interno riguardo una specifica tipologia di intervento di soccorso: quello relativo agli insetti aculeati. Al riguardo, il sindacato lamentava che le nuove disposizioni avessero provocato un aumento esponenziale del numero degli interventi e, soprattutto, un raddoppio del consumo di un potente insetticida che il personale utilizzava quotidianamente senza adeguata formazione e informazione sui rischi chimici e biologici, nonché l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale. A giudizio del sindacato, infatti, per quel tipo di insetticida erano previsti specifici filtri, tute anti puntura idonee per la stagione estiva e una maschera pieno-facciale che coprisse interamente il viso: condizioni che non venivano rispettate prima dell’intervento sindacale di Pacella. Tale criticità fu rilevata subito dopo l’introduzione delle nuove procedure, tra agosto e settembre 2017. In quei mesi vennero segnalate le problematiche sia relative ai Dpi sia alle competenze operative, ma il dirigente proseguì nel suo operato, alimentando un contrasto sindacale senza precedenti. Tale conflitto si acuiva giorno dopo giorno, anche per via di alcune decisioni nell’applicazione delle norme contrattuali a tutela dell’integrità psicofisica del personale». Così conclude Pacella: «In particolare, il sindacalista lamentava che il Palano durante il suo mandato: erano state annullate ferie e ore della banca del tempo a un gruppo di vigili del fuoco intervenuti nella tragedia di Rigopiano, perché — dopo oltre 33 ore di lavoro consecutivo e solo tre ore circa di riposo psicofisico — invece di riprendere la normale turnazione, erano tornati alle proprie abitazioni e avevano ripreso servizio la mattina successiva; erano state cancellate ore dalla banca del tempo di vari operatori ritenendole non più fruibili; in più occasioni era stato disposto la riduzione delle percentuali giornaliere di ferie; era stato ridotto del 50% le ore di riposo psicofisico al personale che rientrava dalle missioni nelle zone terremotate; erano stati avviati procedimenti disciplinari nei confronti di alcuni graduati basandosi su presunte violazioni riportate da un quotidiano; non rilasciava l’approvazione alla liquidazione dello straordinario al personale in trasferta sostenendo che mancasse la sua specifica autorizzazione; aveva trasferito contro la sua volontà un dipendente beneficiario dei diritti della legge 104/1992; aveva assegnato un rappresentante sindacale a incarichi estranei ai servizi operativi; aveva scaricato sui dipendenti costi di analisi e visite specialistiche, nonostante la normativa e le circolari ministeriali prevedessero che tali spese fossero a carico del datore di lavoro, ecc. Infine, l’ultima lettera, che denunciava il mancato rispetto dei tempi di convocazione delle riunioni sindacali — spesso fissate quando il sindacalista Pacella si trovava fuori regione — fu trasformata dall’accusa, in “mancate convocazioni”, circostanza mai riportata in alcun documento sindacale. Questo è il contesto in cui si inseriscono le tre lettere e che hanno dato origine al processo per calunnia intentato dal Palano contro il Pacella; processo che si è concluso con l’assoluzione piena del sindacalista, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il percorso processuale, tuttavia, è stato caratterizzato da numerose difficoltà, tra cui la sostituzione di un precedente difensore, essendo venuto meno il rapporto fiduciario, e una lunga serie di contrasti con il successore del Palano, soprattutto in merito a richieste di accesso agli atti necessari per la difesa in giudizio. In altre parole, si è trattato di una difesa costellata di ostacoli, superati anche grazie alla nomina del nuovo difensore, avvocato Emiliano Palucci, che ha assistito il Pacella nella fase dibattimentale, in cui è stata dimostrata l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria».