Giovedì, 27 Novembre 2025 10:56

Il Comes a Renzetti (FI) su Fosso Grande: "Nessun confronto sul progetto e interventi ancora fermi"

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Arriva la replica al capogruppo comunale con il comitato dei residenti che lamenta che il percorso condiviso di cui parla con loro non ci sarebbe stato, ma soprattutto che i 5 milioni per il canale diversivo sarebbero in attesa di essere finanziati. Nessuna "ipotesi di minoranza", ma a 12 anni dall'esondazione del 2013, denuncia ancora una volta, nessuna soluzione concreta
Quella “condivisione di un percorso con il genio civile regionale del progetto che i comuni e la Provincia stanno portando avanti” di cui parla il capogruppo comunale di Forza Italia Roberto Renzetti “non è mai avvenuta con il comitato dei residenti regolarmente costituito presso l’associazione Codici Abruzzo che, ai sensi dell’articolo 9 e 22 della legge 241 del 1990, hanno più volte proposto negli ultimi 12 anni (e cioè da quando c’è stata l’esondazione) ai sindaci di tener conto delle indicazioni del genio civile di Pescara ribadite dalla nota congiunta degli stessi sindaci”. Così il Comes Fosso Grande, e cioè proprio il comitato, replica all’esponente di maggioranza che, a sua volta, aveva risposto sulle critiche sollevate in merito ai mancati interventi che il Comes denuncia su quel tratto di territorio tra Pescara e Montesilvano dove il rischio alluvioni e le pesanti conseguenze sulla cittadinanza, sarebbero molto elevati per il comitato che la nuova denuncia, dopo quella rilanciata nella commissione controllo e garanzia convocata dal presidente Paolo Sola (M5s), l’ha fatta insieme al gruppo Pettinari sindaco. Una replica, quella del Comes, corredata di date per cui ricorda che le indicazioni del genio civile risalgono al 25 maggio 2015, dieci anni fa, e che la nota congiunta dei sindaci è del 10 agosto dello stesso anno con il comitato che, da parte sua, la richiesta di tener conto di quelle indicazioni l’ha avanzata il 30 agosto 2019, il 15 novembre 2019 e, di nuovo, il 28 gennaio del 2020. Indicazioni, sottolinea, corredate di una scheda tecnica in cui si indicavano come interventi, incalza, quello da fare sui salti idraulici a monte e sul bacino di espansione a valle del pone di via Francia con aumento della portata idraulica complessiva per 600mila euro.“Dall'intervento del capogruppo si ha altresì la conferma - denuncia ancora il Comes – che il canale diversivo per un valore complessivo di 5 milioni di euro, non ha ancora risorse se è vero che ‘è stato richiesto il finanziamento regionale’. Apprendiamo però che è già stata finanziata la progettazione, per 254mila 500 euro, la quale, per bocca del rup (responsabile unico del procedimento) audito il 17 novembre, richiederà almeno due anni al netto dei tempi per le necessarie espropriazioni immobiliari”. Una proposta quella dell’ingegner Coccato sul canale diversivo che, “non è stata mai resa nota al comitato”, lamenta citando sempre la legge 241 del 1990, “che avrebbe potuto sottoporla all'esame di propri esperti per valutarne il vantaggio rispetto alle ipotesi progettuali del 2015”. Insomma, torna a denunciare il Comes, nulla di concreto in tutti questi anni sul fronte degli interventi più consistenti. Per quanto riguarda la pulizia che, ha riferito Renzetti, sarebbe stata fatta su tutto il fosso e in particolare nel tratto finale l’anno scorso, “risulta che l'unico provvedimento sia stato l'avviso di settembre 2024 per lavori iniziati il 20 maggio 2025 e ancora in corso, a monte del ponte via Francia, per 470mila euro. Nessun residente – riferisce il Comes - ha avuto modo di notare lavori all'interno dello scatolare terminale. Liquidare le preoccupazioni del comitato e delle opposizioni di Palazzo di Città come “ipotesi della minoranza”, chiosa il Comes, “sono assolutamente gratuite finché non dimostrerà quali vantaggi la proposta Coccato presenti rispetto a quella curata dal genio civile di Pescara nel 2015; quali provvidenze intenda attuare il Comune nelle annose more progettuali del canale diversivo; per la messa in sicurezza della popolazione residente e operante nell’alveo di Fosso grande dopo 12 anni dall’esondazione del 2013 e 6 da quella del 2019”.
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