Martedì, 25 Novembre 2025 14:00

“Napoli, l’anima e il suono”: Peppe Barra con la Medit nuova orchestra in concerto al Flaiano

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Mercoledì 26 novembre alle ore 21, l’auditorium Flaiano ospita Peppe Barra, una delle figure più rappresentative della cultura napoletana contemporanea, in un concerto realizzato con la Medit Nuova Orchestra di Ritmi Moderni sotto la direzione di Angelo Valori. Il progetto, intitolato “Napoli, l’anima e il suono”, propone un percorso che unisce repertorio antico e musica d’autore moderna. L’evento è prodotto dal Centro Adriatico Produzione Musica.Il programma comprende villanelle cinquecentesche, brani del repertorio barocco e capolavori della tradizione partenopea, rielaborati in una veste orchestrale contemporanea. La struttura del concerto segue la logica di un racconto musicale: una partitura che attraversa secoli e generi, tenuta insieme dalla voce di un artista che ha fatto della trasformazione e della ricerca la propria cifra espressiva. L’orchestra guidata da Angelo Valori lavora invece sull’intreccio tra strumenti classici e sonorità moderne, dando forma a un linguaggio capace di rendere attuale un patrimonio antico.“Napoli, l’anima e il suono” è un progetto che coniuga rigore storico e libertà interpretativa. Barra affronta ogni brano come una narrazione teatrale: sacro e profano si alternano, ironia e malinconia convivono, il dialetto diventa strumento poetico e musicale. La sua voce, immediatamente riconoscibile, restituisce tutta la complessità della tradizione partenopea: vitalità, dolore, gioia improvvisa, memoria e visione. Accanto alla vocalità, la presenza scenica, affinata in decenni di lavoro tra musica e teatro, è uno dei tratti distintivi che gli permettono di dialogare con generazioni diverse.Peppe Barra (Roma, 1944) è tra i più autorevoli interpreti della tradizione partenopea. Figlio dell’artista di varietà Giulio Barra e della celebre Concetta Barra, cresce immerso nella musica popolare campana, sviluppando una voce teatrale e un linguaggio che unisce canto, racconto e gestualità.Negli anni Settanta diventa protagonista de La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, che lo impone sulla scena nazionale e internazionale. Da allora la sua arte mantiene un equilibrio unico tra passato e presente: villanelle, canti popolari, tammurriate e testi del Basile convivono con scritture contemporanee e influenze mediterranee.Ha collaborato con Fabrizio De André, che ne apprezzò la capacità di trasformare le canzoni in piccoli racconti teatrali. Nei suoi spettacoli Barra usa il dialetto come strumento poetico e la voce come mezzo narrativo, restituendo un’immagine vivissima di Napoli: ironica, tragica, popolare e moderna allo stesso tempo. Considerato un custode e, al tempo stesso, un innovatore della cultura partenopea, Barra continua a portare sui palchi un repertorio che è memoria, invenzione e identità. 
Mercoledì 26 novembre alle ore 21, l’auditorium Flaiano ospita Peppe Barra, una delle figure più rappresentative della cultura napoletana contemporanea, in un concerto realizzato con la Medit Nuova Orchestra di Ritmi Moderni sotto la direzione di Angelo Valori. Il progetto, intitolato “Napoli, l’anima e il suono”, propone un percorso che unisce repertorio antico e musica d’autore moderna. L’evento è prodotto dal Centro Adriatico Produzione Musica.Il programma comprende villanelle cinquecentesche, brani del repertorio barocco e capolavori della tradizione partenopea, rielaborati in una veste orchestrale contemporanea. La struttura del concerto segue la logica di un racconto musicale: una partitura che attraversa secoli e generi, tenuta insieme dalla voce di un artista che ha fatto della trasformazione e della ricerca la propria cifra espressiva. L’orchestra guidata da Angelo Valori lavora invece sull’intreccio tra strumenti classici e sonorità moderne, dando forma a un linguaggio capace di rendere attuale un patrimonio antico.“Napoli, l’anima e il suono” è un progetto che coniuga rigore storico e libertà interpretativa. Barra affronta ogni brano come una narrazione teatrale: sacro e profano si alternano, ironia e malinconia convivono, il dialetto diventa strumento poetico e musicale. La sua voce, immediatamente riconoscibile, restituisce tutta la complessità della tradizione partenopea: vitalità, dolore, gioia improvvisa, memoria e visione. Accanto alla vocalità, la presenza scenica, affinata in decenni di lavoro tra musica e teatro, è uno dei tratti distintivi che gli permettono di dialogare con generazioni diverse.Peppe Barra (Roma, 1944) è tra i più autorevoli interpreti della tradizione partenopea. Figlio dell’artista di varietà Giulio Barra e della celebre Concetta Barra, cresce immerso nella musica popolare campana, sviluppando una voce teatrale e un linguaggio che unisce canto, racconto e gestualità.Negli anni Settanta diventa protagonista de La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, che lo impone sulla scena nazionale e internazionale. Da allora la sua arte mantiene un equilibrio unico tra passato e presente: villanelle, canti popolari, tammurriate e testi del Basile convivono con scritture contemporanee e influenze mediterranee.Ha collaborato con Fabrizio De André, che ne apprezzò la capacità di trasformare le canzoni in piccoli racconti teatrali. Nei suoi spettacoli Barra usa il dialetto come strumento poetico e la voce come mezzo narrativo, restituendo un’immagine vivissima di Napoli: ironica, tragica, popolare e moderna allo stesso tempo. Considerato un custode e, al tempo stesso, un innovatore della cultura partenopea, Barra continua a portare sui palchi un repertorio che è memoria, invenzione e identità. 
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