Tirarla in ballo è solo una mossa delle opposizioni per fare ostruzionismo a una scelta concertata con la Regione, afferma rispondendo alle critiche e ricordando che "per il Comune è un'operazione è a costo zero: "Deve sorgere a Pescara perché è capoluogo"
La questione Nuova Pescara “poco, anzi nulla, c’entra” con la questione nuova sede per il centro dell’impiego. Se la Regione ha destinato i 2 milioni di euro di fondi pnrr al Comune di Pescara perché individui la nuova sede e dunque acquisti la ex Sanstefar di piazza Garibaldi trasferendo in quei locali il cpi attualmente in via Passolanciano e che è riferimento per tutti e tre i Comuni, è semplicemente perché “è la città capoluogo” ed è quindi lì che “deve sorgere” il nuovo cpi. Lo specifica l’assessore comunale al Patrimonio Alfredo Cremonese a seguito delle polemiche scoppiate nella seduta del consiglio comunale del 15 dicembre quando, nel dibattere in modo piuttosto acceso, della delibera con cui si intende procedere all’acquisto dell’immobile, dai banchi di opposizione è partita l’accusa all’amministrazione di essere andata avanti senza neanche fare una telefonata si sindaci degli altri due Comuni che attualmente pagano la loro parte di affitto (seppur in quota minore) degli uffici di via Passolanciano con in più l’accusa di non aver neanche aperto un ragionamento sull’opportunità di trovarla proprio in uno dei due comuni la nuova sede anche nell’ottica della Nuova Pescara. Le due cose, replica quindi Cremonese, non avrebbero nulla a che fare l’una con l’altra “anche se – risponde – i consiglieri di minoranza vogliono a tutti i costi inserire questo elemento nella polemica degli ultimi giorni, pur di fare ostruzionismo nel tentativo di non far passare la delibera che riguarda l'acquisizione dei locali situati in piazza Garibaldi”. “Come è ampiamente e chiaramente spiegato nella delibera – torna a spiegare - l'iter è stato lungo e articolato perché come prima cosa è stata effettuata una ricognizione del patrimonio del Comune, ma non è stato possibile individuare una struttura adeguata ai requisiti richiesti dalla Regione che non chiede spazi più ampi di quelli attuali, checché ne dica la minoranza: per i locali del Comune sarebbe stata necessaria la demolizione e la successiva ricostruzione, impossibile con i due milioni di euro a disposizione”. “Sono state quindi promosse due manifestazioni di interesse e sono pervenute quattro offerte, tutte con la metratura simile e con costi simili (a parte una ma riguarda un edificio con un piano non agibile). Con la Regione, sono stati individuati gli spazi ritenuti più rispondenti alle necessità della Regione: spazi situati in centro, facilmente raggiungibili dai cittadini (che, lo ricordo, si recano al Centro per l'impiego su appuntamento) con i mezzi pubblici o privati e con le aree golenali vicine per il parcheggio”, ribadisce rispondendo proprio ai punti su cui si sono concentrate le polemiche in merito alla scelta. “Con questa operazione, che prevede anche la sistemazione dei locali a carico della attuale proprietà, il Comune non sosterrà più le spese finora sostenute per l'affitto e si troverà un immobile nel patrimonio a costo zero, visto che l'intera operazione è finanziata con fondi europei. Mentre la minoranza continua ad arrampicarsi sugli specchi, mi sento di difendere l'operato degli uffici che garantirà ai cittadini un Centro per l'impiego in locali nuovi e accoglienti”. “Le teorie da immobiliaristi dell'opposizione, che dice di sapere quale sarebbe la sede ideale, si scontrano, questo va detto con forza, con le procedure a evidenza pubblica seguite dall'ente”, conclude Cremonese.