Stampa questa pagina
Martedì, 09 Dicembre 2025 10:44

Centro per l'impiego nell'ex Sanstefar di piazza Garibaldi: scoppia la polemica sull'operazione da 2 milioni di euro

Vota questo articolo
(0 Voti)
Opposizioni prone a dare battaglia il 9 dicembre in consiglio comunale quando la delibera per comprare l'edificio, con un finanziamento della Regione, sarà discussa. Pettinari denuncia la mancanza di convenienza economica e logistica, e il Giampietro (Pd) annuncia un possibile ricorso alla corte dei conti. Carota (FdI): "Solite sterili polemiche che non guardano ai contenuti"
Una spesa di 2 milioni di euro per acquistare l’edificio ex Sanstefar di Pescara e spostare lì il centro per l’impiego di via Passolanciano che, di affitto costa 53mila euro l’anno per una differenza di spazi di 59 metri quadrati (680 quelli della sede attuale e 739 di quella nuova), e una ulteriore spesa, per i lavori di adeguamento anche andrebbero completati entro il 31 dicembre seppure la delibera per procedere all’acquisto sia ancora da votare, di 173mila 500 euro a fronte dei 49mila 200 inizialmente previsti. Due milioni che sarà la Regione a versare nelle casse del Comune per procedere con una operazione che viene fatta quando, di contro, lo stesso ente ha messo in vendita 17 immobili di sua proprietà.I conti sono quelli che fa il gruppo consiliare Pettinari sindaco elaborando anche una stima secondo cui il nuovo edificio all’amministrazione costerebbe 34mila euro, sollevando una polemica cui si aggiunge anche quella del Partito democratico con il capogruppo Piero Giampietro che rimarca come, quell’acquisto da 2 milioni, sia solo l’ultimo di una serie: per le nuove sedi delle partecipate, denuncia, in pochi mesi di euro l’ente ne avrebbe spesi ben 5 di milioni quando avrebbe potuto invece riqualificare l’ex casa di riposo di via Arapietra che fino ad ora si è cercato inutilmente di vendere con aste andate deserte e destinata a diventare un edificio residenziale in capo ai privati, o ancora l’ex scuola San Giovanni Bosco di via Monte Siella “una vera bomba a orologeria per i quartiere che li circondano”. E se Pettinari si dice stupito anche della decisione della Regione di finanziare l’operazione quando a disposizione a sua volta ha le due sedi, pure queste da risanare, di via Raffaello e viale Bovio con in più quella sede unica che realizzerà nell’area di risulta dove per il gruppo di opposizione avrebbe potuto spostare il Centro per l’impiego invece di relegarlo in una zona dove di parcheggi neanche ce ne sarebbero, a replicare bollando come “sterili” le polemiche, è il capogruppo comunale di Fratelli d’Italia Roberto Carota. Non solo l’edificio sarebbe facilmente raggiungibile perché vicino ai parcheggi della golena, ma risponderebbe a pieno agli obblighi dei Comuni previste dal Piano di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive della regione laddove la sede di via Passolanciano non avrebbe caratteristiche tali da rispondere al potenziale di un Cpi. Un edificio che non ha bisogno, sottolinea, di demo-ricostruzione e neanche di grandi interventi di riqualificazione, ma solo di una ristrutturazione possibile in tempi rapidi con il costo, precisa, definito dall’Agenzia del demanio. Uno scontro che parte a mezzo stampa, ma che arriverà in consiglio comunale dove le opposizioni porteranno le loro rimostranze e con il Partito democratico che, visti i 5 milioni ad oggi spesi (compresi i due dell’e Santefar se la delibera passerà) che valuta anche un ricorso alla Corte dei Conti. Pettinari: “17 immobili in vendita e nessuno poteva ospitare il Cpi?”Il gruppo di opposizione promette battaglia nel consiglio comunale del 9 dicembre contro la delibera per l’acquisto dell’ex Santefar di piazza Garibaldi per trasferire lì (2 milioni il costo dell’operazione) il Centro per l’impiego attualmente in via Passolanciano e che all’anno al Comune, insieme a quelli di Montesilvano e Spoltore, costa 53mila euro (680 metri quadrati lo spazio). La nova di metri quadrati ne conta 739 e costerà, appunto, 2 milioni. Spendere quella cifra a fronte del canone di affitto attuale “non mi sembra proprio una operazione conveniente se si pensa che in 40 anni di affitto, e quindi in un’eternità, il Comune avrebbe raggiunto la stessa cifra”. Secondo un calcolo fatto dal gruppo consiliare il costo al metro quadrato sarebbe di 33mila 898 euro. “Questa è la cifra stimata da noi che calcola la superficie aggiuntiva”, denuncia chiedendosi se “sia una cifra giustificabile per 59 mq in più, quando l’attuale sede ne offre già 680”. Una palazzina dove attorno di parcheggi non ce ne sono e che sarebbe difficile da raggiungere, incalza, con in più l’aggravante che, una volta comprato, tutti i costi di manutenzione straordinaria che sarebbero in capo all’ente dato che, precisa, “in delibera non ci sono riferimenti circa eventuali accolli da parte di altri enti”. Quindi i 17 immobili messi in vendita dal Comune. “Mi sembra alquanto strano che tra questi 17 immobili non ve ne sia uno rispondente alle caratteristiche di quello che si va ad acquistare”, sottolinea che tra questi c’è anche l’ex casa di Riposo di via Arapietra. Ultima critica quella di non aver incluso Montesilvano e Spoltore nella decisione dato che si va verso la Nuova Pescara. Assurdo per il gruppo anche che la Regione finanzi i 2 milioni versandoli nelle casse comunali quando ha “una sanità che continua ad agonizzare”, un palazzo della Regione da costruire nell’area di risulta e le due sedi da ristruttura di via Raffaello e viale Bovio che invece “continuano a deperirsi”. “È stata data l’area ex Cofa all’università per un progetto di cui non si vede inizio, demolite le palazzine ex Enaip sulla riviera nord per fare un parcheggio, la Stella Maris di Montesilvano sempre all’università e ora si va a infilare il Cpi a Piazza Garibaldi dove trovare un parcheggio con la presenza degli uffici della sanità e il mercato rionale appare come una impresa ardua per non dire impossibile. Tutto ciò – chiosa - sembra davvero surreale”. Infine i tempi. Entro il 31 dicembre secondo quanto previsto dalla delibera, riferisce, i lavori di ristrutturazione e il collaudo della nuova sede devono essere fatti. Come? Si chiede paventando l’ipotesi che il rischio, a fronte di interventi ora calcolati in 173,5 mila euro a fronte dei 49,2 iniziali, che si possa perdere il finanziamento.Giampietro (Pd): “Pronti a rivolgerci alla corte dei conti”“Cinque milioni di euro. Sono le risorse che, fra fondi propri e finanziamenti regionali, e mentre lascia morire gli immobili comunali nel pieno degrado e abbandono, la giunta Masci ha trovato in meno di 6 mesi per acquistare da soggetti privati immobili di grandi dimensioni: l’ex Grand Hotel di via Orazio, l’ex palestra Malibu di via Gran Sasso, ora l’ex Sanstefar di piazza Garibaldi. È incredibile che la stessa giunta Masci pretenda di essere creduta quando dice di non avere fondi per risanare immobili comunali che cadono letteralmente a pezzi, come l’ex casa di riposo di via Arapietra e l’ex scuola San Giovanni Bosco di via Monte Siella, vere bombe a orologeria per i quartieri che li circondano. Gli spazi delle due strutture sarebbero stati più che sufficienti a ospitare sia le sedi delle partecipate, per le quali sono stati avviati gli acquisti di via Orazio e via Gran Sasso, sia per il Centro per l’Impiego, per il quale ora pensano di acquistare piazza Garibaldi”, denuncia quindi il capogruppo Pd Piero Giampietro. “A questo punto devono chiarire cosa abbia impedito loro di puntare sugli immobili comunali decadenti, anziché spendere risorse pubbliche per acquistare immobili privati con un dispendio di risorse elevato. Lo chiederemo alla giunta Masci e valutiamo anche di chiederlo anche alla Corte dei Conti – annuncia -, perché siamo di fronte ad acquisti fatti con fondi pubblici a fronte di immobili pubblici che cadono a pezzi e che sono lasciati nel degrado più assoluto a questo punto, temiamo, per scelta politica. Ci sono anche precise responsabilità igienico-sanitarie interamente in capo al Comune”. “Ora la giunta deve spiegare per quale ragione ritenga che l’acquisto da privati sia più importante che risanare il patrimonio comunale, e deve spiegare anche perché nel caso di via Monte Siella sia stato necessario tutto il nostro impegno per scoprire che solo a ottobre 2025 la giunta Masci, dopo 6 anni, si sia accorta che la ex scuola sgomberata nel 2019 fosse ancora dotata del codice meccanografico, quel codice che la identica gli edifici scolastici in uso, vicenda che ha dell’incredibile”. “Il cambio di destinazione d’uso della ex casa di riposo di via Arapietra, destinata ora a essere venduta per ospitare edifici residenziali, fa da cornice al caos apparente che regna attorno al patrimonio comunale: la mia proposta di tornare alla destinazione d’uso che consente di ospitare servizi pubblici va esattamente nella direzione di evitare sprechi di risorse pubbliche e di suolo libero. É il momento – conclude - di scoprire le carte. La replica di Carota (FdI): “Critiche sterili che non guardano ai contenuti”“Le critiche della minoranza sono sempre più sterili, senza contenuti fondati e mosse con l'unico obiettivo di colpire tutte le scelte dell'amministrazione comunale, senza valutazioni contenutistiche”, dichiara il capogruppo comunale FdI Roberto Carota rispondendo alle critiche. “L'ultima riguarda l'immobile individuato per accogliere il Centro per l'impiego che i consiglieri di minoranza si sono affrettati a contestare senza entrare nel dettaglio di tutta la vicenda e senza tenere conto che l'area si trova sostanzialmente in centro, vicino alla golena (dove i posti auto sono numerosi) e appare più che adeguata per accogliere determinati servizi. I Comuni sul cui territorio hanno sede i Centri per l'impiego hanno l'obbligo di fornire i locali necessari e, nel caso specifico, la sede attuale di via Passolanciano (il Cpi è quello con la maggiore utenza potenziale) non è rispondente alle esigenze della Regione, definite nel Piano di potenziamento dei Centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro”. “Ebbene la Regione stessa ha stabilito l'inadeguatezza della sede attuale e ha puntato a individuare un nuovo immobile, finanziando l'intera operazione, e nelle disponibilità del Comune non c'è una struttura rispondente alle caratteristiche e ai requisiti minimi richiesti dalla Regione stessa, perché per raggiungere l'obiettivo si sarebbe resa necessaria la demo-ricostruzione (peraltro impossibile con le somme disponibili per questa operazione, pari a due milioni), né esiste un immobile sul quale sarebbe stato possibile intervenire con l'esecuzione di soli lavori di ristrutturazione, stante anche l'ormai stringente tempistica dettata dalla normativa per il potenziamento dei Centri per l'impiego”. “La soluzione individuata dal Comune in piazza Garibaldi, ritenuta la più adeguata tra le proposte pervenute – sottolinea -, ha ricevuto il parere favorevole della Regione e l'importo è stato definito dall'Agenzia del demanio, per cui tutte le polemiche sollevate nelle ultime ore, in vista della seduta del consiglio comunale, appaiono campate per aria e strumentali. Ormai – conclude Carota - siamo abituati alle urla scomposte del centrosinistra ma questo non vuole dire che siamo pronti ad ascoltare all'infinito critiche pretestuose e senza fondamento”.
Letto 2 volte