Il segretario Castigliego analizza la situazione dopo la pubblicazione dell'indagine del Sole 24 Ore
"La classifica della qualità della vita nelle 107 province italiane stilata dal Sole24Ore vede Pescara avanzare di 15 posizioni e portarsi alla 40esima posizione generale. Questo è certamente un dato positivo, ma non possiamo permetterci di guardare solo la luce: per capire davvero lo stato di salute di una comunità bisogna avere il coraggio di osservare anche le ombre. E a Pescara, oggi, le ombre sono tante". Lo afferma il segretario dei Giovani Democratici Nuova Pescara, Emanuele Castigliego, citando temi quali sicurezza, lavoro e città luminose."Va necessariamente fatto un focus su Pescara città che maggiormente influenza questi risultati. Dietro la narrazione ottimistica dell’amministrazione - osserva - ci sono dati che parlano chiaro. La percezione di insicurezza dei cittadini non nasce dal nulla: nasce dal vedere vie buie, spazi pubblici abbandonati e presenze criminali sempre più pervasive. E questo è il punto: una città viva è una città sicura. Una città buia, svuotata, senza luoghi di aggregazione, diventa invece terreno fertile per la criminalità. Ma questa amministrazione, invece di investire sulla vita urbana, sta limitando e scoraggiando quei locali e quelle attività che per anni hanno tenuto accese e presidiate le nostre strade. Una via chiusa e silenziata non è una via più sicura: è una via in cui la criminalità agisce indisturbata".Castigliego si sofferma anche sulle condizioni dei giovani e sottolinea che "in Abruzzo il tasso di giovani che non lavorano e non studiano resta tra i più alti del Paese. La precarietà, gli stipendi bassi e l’assenza di prospettive spingono troppi ragazzi ad andare via e questo si riflette inevitabilmente sulla vita della città. Parlare di qualità della vita senza parlare di lavoro, futuro e possibilità per le nuove generazioni - afferma - è un esercizio di propaganda, non un’analisi seria"."Pescara non può accontentarsi di essere bella: deve essere giusta, viva, sicura e capace di offrire prospettive reali ai suoi giovani. Una città si valuta guardando chi resta, chi lavora, chi può costruirsi una vita, non solo chi ci passa d’estate. Serve mettere al centro la sicurezza urbana vera, fatta di illuminazione, presidi sociali e culturali, locali aperti e strade vive. Serve un investimento serio su lavoro e politiche giovanili. Serve una visione, quella che oggi manca completamente. Pescara ha tutte le potenzialità per essere una grande città dell’Adriatico, ma per esserlo davvero - conclude il segretario dei Giovani Democratici - bisogna avere il coraggio di guardare ciò che non va e lavorare con serietà per cambiarlo".