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Venerdì, 28 Novembre 2025 11:48

Il sindaco di Città Sant'Angelo sul "caso" lavoratori di Ambiente: "Chi ha sbagliato ne deve rispondere"

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Non solo la solidarietà da parte di Matteo Perazzetti, nei confronti dei quattro ormai ex dipendenti rimandati a casa dopo 11 anni per un contratto nullo risultato tale a seguito della fusione con la Linda. E proprio verso l'ex direttore La Torre, fa sapere, l'amministrazione sta valutando azioni nelle sedi opportune: "Non possono pagare loro scelte scellerate del passato"
Piena solidarietà e totale sostegno dall’amministrazione di Città Sant’Angelo ai quattro ormai ex dipendenti di Ambiente che dopo 11 anni hanno perso il lavoro perché il loro contratto dal 2019, e cioè quando c’è stata la fusione di Linda, è risultato nullo, ma anche la possibilità, fa sapere, che verso l’ex presidente della società, Guido La Torre, si promuoveranno azioni nelle sedi competenti per chiedere una verifica su eventuali responsabilità. A dirlo è il sindaco Matteo Perazzetti cui i sindacati, e in particolare la Fiadel, si era rivolta lanciandogli un appello affinché per quei quattro padri di famiglia si trovi una soluzione che possa ridargli la dignità persa, come loro stesso hanno raccontato parlando del dramma che stanno vivendo, proprio per aver perso il lavoro senza averne alcuna colpa. A decretarla quella nullità è stata infatti la corte di cassazione e Ambiente non ha potuto fare altro che letteralmente “annullare” il rapporto di lavoro essendo una società pubblica e dovendo dunque rispondere ai criteri della trasparenza. Una situazione che però, per i quattro lavoratori, si è tradotta in una comunicazione e cinque giorni di tempo per portare via tutte le loro cose. “Come amministrazione comunale esprimiamo la nostra totale solidarietà ai quattro lavoratori del settore ambiente che, dopo undici anni di servizio presso la società impeccabile, si sono visti annullare il proprio contratto in seguito alla recente sentenza – dichiara quindi Perazzetti -. Abbiamo seguito questa vicenda passo dopo passo, insieme al sindacato, incontrando i lavoratori e offrendo loro tutto il sostegno possibile. Sappiamo quanto questa decisione incida sulle loro vite e sulle loro famiglie, e non permetteremo che la loro storia venga archiviata con superficialità”.“La sentenza – sottolinea - richiama come elemento determinante l’accordo stragiudiziale siglato anni fa con la vecchia società Linda di Città Sant’Angelo: un atto profondamente sbagliato, le cui conseguenze oggi cadono sulle spalle di persone che hanno sempre lavorato con serietà. È doveroso ricordare che quell’accordo porta la firma dell’allora presidente Guido La Torre, la stessa persona che, incredibilmente, dopo la fusione ricoprì anche il ruolo di vicepresidente in Ambiente”. “Una continuità gestionale che riteniamo gravemente inopportuna e che oggi, alla luce dei fatti, mostra tutta la superficialità e l’irresponsabilità di chi ha avuto ruoli di guida in quella fase”, chiosa Perazzetti. “Questa amministrazione – precisa - ha preso le distanze da La Torre sin dall’inizio, allontanandolo proprio perché non abbiamo mai ritenuto affidabile il suo modo di gestire la cosa pubblica. I risultati odierni confermano che le nostre preoccupazioni erano più che fondate. Se durante la fusione vi sono state omissioni, mancanze di vigilanza o valutazioni errate che hanno permesso che quella scelta scellerata rimanesse una ‘bomba a orologeria’, tutto ciò dovrà essere chiarito, visto che lo stesso firmatario Guido La Torre ricopriva il ruolo di vicepresidente della società Ambiente, quindi sapeva del contratto. È inconcepibile che scelte gestionali sbagliate, compiute da chi avrebbe dovuto tutelare l’ente e i cittadini, ricadano su lavoratori innocenti”, prosegue il sindaco di Città Sant’Angelo. “Per questo motivo, alla luce dei danni subiti da queste famiglie e dell’evidente cattiva gestione del passato, il Comune si riserva di valutare approfonditamente anche la possibilità di avviare azioni nelle sedi competenti per accertare eventuali responsabilità dell’ex amministratore. Ribadiamo con forza – conclude Perazzetti - il nostro sostegno ai lavoratori e confermiamo che questa amministrazione non resterà a guardare: chi ha sbagliato deve essere chiamato a rispondere delle proprie scelte”. Nel dibattito-denuncia esploso dopo quanto avvenuto è intanto intervenuta anche la rsu Fp Cgil di Ambiente che il suo appello lo ha rivolto alla società perché nel bando di reclutamento del 2026 si tenga conto dell’esperienza maturata dai quattro lavoratori paventando quindi la possibilità che possa essere quella la porta per consentire loro di riavere quel lavoro perso dopo 11 anni, per un errore che se è stato commesso, di certo non è stato commesso da loro.
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