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Giovedì, 27 Novembre 2025 19:25

"No" alla riduzione del "costo" del suolo pubblico, Sola (M5s): "Il centrodestra continua a punire gli esercenti"

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Non passa la mozione con cui il consigliere comunale, alla luce delle ordinanze restrittive, chiedeva una rimodulazione della tassa su base oraria: "Richiesta di buon senso, ma si continua a infierire su chi lavora onestamente"
“No” alla mozione annunciata dal consigliere comunale M5s Paolo Sola e approdata in consiglio comunale con cui chiedeva una rimodulazione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico (canone unico patrimoniale) a carico degli esercenti sulla base del fatto che, con le ordinanze Cenerentola e quella impossibilità di usufruirne nei fine settimana dopo la mezzanotte, suonerebbe come una iniquità chiederne, così com’è, il pagamento sulle 24 ore. Un “no” che per Sola si traduce nella scelta reiterata del centrodestra, “di voltare le spalle alle attività commerciali della città”. Quella presentata, afferma, era una “mozione di puro buon senso, che chiedeva semplicemente di non far pagare un canone pieno per un servizio che, per colpa del Comune, non può essere utilizzato per intere fasce orarie. Una decisione politicamente incomprensibile e moralmente inaccettabile”, chiosa. Non sono state sufficienti per il consigliere comunale le motivazioni addotte dal vicesindaco Maria Rita Carota che, in riferimento alle ordinanze, ha parlato di provvedimenti provvisori e in riferimento al canone di una legge, la 160 del 019, che avrebbe stabilito che il calcolo su quel canone non può essere più fatto su base oraria. Se su questo punto Sola si è impegnato a informarsi, sulla transitorietà ha invece rimarcato come, con le tante proroghe che quelle ordinanze stanno avendo, parlando di atti provvisori non sarebbe corretto essendone gli effetti prolungati nel tempo sia in piazza Muzii dove ormai le proroghe sono diverse, che a Pescara Vecchia dove l’ordinanza è alla sua prima volta, ma dove ci si aspetta anche proseguirà dato che in consiglio si discute proprio in queste ore del sì definitivo al piano di risanamento acustico di zona. “Le loro ordinanze limitano, ma il Comune incassa per intero – rimarca quindi tornando sul no alla sua mozione -. Un’assurdità difesa solo per cieco arroccamento politico. Con le ordinanze Cenerentola il Comune ha imposto divieti, chiusure, rimozione degli arredi, controlli, e soprattutto la limitazione dell’uso degli spazi esterni alle 24. Eppure, nonostante questo – ripete - , pretendono che le attività continuino a pagare il canone pieno per 24 ore, anticipato e senza alcuna possibilità di rimborso o rimodulazione”. “È come vendere un servizio sapendo di non poterlo fornire e far finta che vada tutto bene”, denuncia ancora. “Il centrodestra ha bocciato un atto che chiedeva semplicemente equità, proporzionalità e rispetto per le attività virtuose. E lo ha fatto sapendo che centinaia di esercenti si trovano oggi nella condizione assurda di pagare per ore in cui lo spazio pubblico è inutilizzabile a causa delle restrizioni imposte dal Comune stesso”. “Quello che poteva essere un atto di equilibrio in una vicenda ingiusta, si è trasformato invece nell'ennesima occasione per calpestare ancora centinaia di esercenti, danneggiati nel non poter lavorare appieno e oggi anche beffati, costretti a pagare il canone pieno per un suolo pubblico che possono utilizzare solo in parte”, dice ancora il consigliere M5s. Un voto contrario dietro il quale ci sarebbe un problema ancor più grave e cioè il fatto che “il centrodestra è talmente impegnato a difendere le proprie ordinanze-punitive che si rifiuta perfino di correggere gli effetti più ingiusti che esse producono”. “Hanno trasformato un provvedimento amministrativo già discutibile in una vera e propria ingiustizia economica, e oggi hanno scelto di mantenerla in piedi. È una scelta politica feroce contro le attività virtuose, che pagano per colpe non loro. Il Movimento 5 Stelle continuerà la battaglia, non ci arrendiamo di fronte a questa ennesima ingiustizia. Porteremo avanti questa battaglia insieme alle attività che vogliono lavorare nel rispetto delle regole e che oggi vengono punite due volte: prima dalle ordinanze – conclude Sola - , poi dalla codardia politica di chi vuole anche lucrare sui suoi effetti reali”.
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