Nella tappa di Pescara del tour del Patto per l'Abruzzo per denunciare le carenze sanitarie dopo l'aumento delle tasse, il consigliere dem sceglie questo come esempio per ricordare le tante criticità che affrontano utenti e pazienti con sempre più persone che non si curano più
“Nessuna azione a supporto dell’organizzazione, ma grande attenzione alla climatizzazione degli ambiti dirigenziali della Asl”. Questo l’esempio con cui il consigliere regionale Pd Antonio Di Marco denuncia i problemi organizzativi, e non solo, che si registrano nell’Azienda sanitaria locale di Pescara. Se è vero, sottolinea, che “è quella che ha meno deficit delle altre”, la Asl Pescarese “pecca, esattamente come le tre consorelle, di un’organizzazione che non guarda alle persone utenti, ma nemmeno a quelle agenti, medici, infermieri, specialisti, che insieme ai pazienti pagano i tagli imposti dal governo regionale per ripianare l’enorme deficit prodotto in sette anni di destra, che con il Patto per l’Abruzzo stiamo raccontando sul territorio”.
“Un esempio pratico, vista la tappa pescarese del nostro viaggio nella sanità, è la delibera 1806 del 20 maggio scorso con cui la Asl di Pescara dispone ‘lavori d’installazione di climatizzatori senza unità esterna Olimpia unico presso la palazzina F’ ex ospedale di Pescara, attualmente adibita a uffici direzionali della Asl’: una gara da 150.000 euro, mentre i cittadini e il personale soffrono, pressati da turni pesanti, attese inenarrabili per prestazioni dovute e urgenti, costretti a soccombere nella trincea, fra disservizi e caos che non dipendono da chi ogni giorno si mette a disposizione per assicurare al diritto di cura una possibilità”.
Una denuncia fatta nel giorno della tappa pescarese dell’evento “Quale salute? Operazione verità dopo l’amento delle tasse in Abruzzo” che il Patto per l’Abruzzo sta promuovendo in tutta la regione.
“Non mi meraviglierebbe – incalza Di Marco - che presto i medici scendano in campo a raccontare in che condizioni sono costretti a lavorare, insieme a infermieri non pagati e a precari che vengono vissuti con disagio, al posto di essere stabilizzati”.
“Purtroppo c’è anche questo e succede nei grandi presidi, come quello di Pescara, ma anche nei piccoli, dove la burocrazia blocca rilancio e migliore gestione, aspettiamo di sapere se ad esempio a Popoli Terme e Penne siano veramente stati ripristinati gli interventi di Ortopedia, come il direttore sanitario ci ha detto pochi giorni fa in commissione”.
“Di certo le poche risorse che sarebbero tanto utili alla causa di una migliore sanità, forse dovrebbero essere spese più oculatamente, concentrando su pazienti e personale le attenzioni. Così, se non si colma il deficit enorme che con l’era Marsilio affligge la sanità, almeno si risolvono piccoli problemi che potrebbero rendere più fruibile un diritto importante a cui sempre più abruzzesi rinunciano, quello cioè – conclude il consigliere regionale - alla salute e alla cura nella sanità pubblica”.