A quasi un anno da quando quella con cui è stato accolto il decreto sviluppo è stata giudicata "illegittima" da Tar (Tribunale amministrativo regionale) e consiglio di Stato, della nuova nessuna notizia, denunciano i consiglieri eppure di grossi palazzi se ne continuano a costruire: con un'interrogazione ora vogliono avere contezza dei permessi
Continuano a sorgere palazzi molto alti al posto delle case singole in città, ma la nuova delibera con cui il Comune applica il cosiddetto Decreto sviluppo non c’è nonostante sia passato quasi un anno da quando il consiglio di Stato, dopo il Tar (Tribunale amministrativo regionale), ha dichiarato illegittima quella del 2023 e ora il Partito democratica di quei palazzi che continuano a spuntare “senza alcun incremento di parcheggi o aree verdi, e senza che questi atti siano passati al vaglio del consiglio comunale”, chiede risposte e lo fa con una interrogazione urgente. “I pescaresi ci vedono benissimo”, dichiara il capogruppo comunale Piero Giampietro riferendosi alle tante nuove costruzioni in corso o ultimate in città e “ora – incalza - è il momento che arrivino le risposte, anche di fronte a un settore che ha accusato un durissimo contraccolpo dal caos generato dal centrodestra”. Una interrogazione con cui, in sostanza, proprio conto degli aumenti volumetrici chiedono conto al sindaco Carlo Masci e alla sua giunta. “Nel 2020 la legge regionale del 2012 è stata potenziata rispetto all’anno in cui era stata recepita dal Comune di Pescara, e la sua applicazione a Pescara veniva autorizzata volta per volta tramite il solo rilascio del permesso di costruire. Nel marzo 2023 – spiegano ripercorrendo la vicenda Giampietro, Giovanni Di Iacovo, Francesco Pagnanelli, Michela Di Stefano e Marco Presutti -, il centrodestra in Comune ha deciso a maggioranza di eliminare sia le aree di esclusione, per esempio la fascia litoranea, alcune aree dei Colli che erano state inserite nel 2017, così come i vincoli di altezze e distanze, liberalizzando inoltre i cambi di destinazione d’uso”. “Una delibera alla quale ci opponemmo, e che già il Tar nel 2024 aveva dichiarato illegittima con gli stessi giudici amministrativi che hanno evidenziato anche che la valutazione di derogare alle previsioni di piano, e dunque di attuare le previsioni del decreto legge 70 del 2011 e della legge regionale 49 del 2012, spetta unicamente al consiglio comunale, non restando in capo ai dirigenti alcuna discrezionalità in materia: dunque, secondo i giudici – incalzano -, gli interventi autorizzati fino al 6 maggio andavano approvati dal consiglio comunale. Così non è avvenuto”, chiosano i consiglieri Pd. “Ora chiediamo di sapere quanti e quali sono i permessi di costruire rilasciati dal Comune dopo la sentenza del Tar del 6 maggio 2024 ai sensi della delibera dichiarata illegittima, e quali hanno comunicato l’inizio lavori. Chiediamo in virtù di quale provvedimento l’amministrazione abbia ritenuto di dover eventualmente procedere con il rilascio dei permessi di costruire, quali provvedimenti sono stati adottati dal Comune, e quali intenda ora adottare, sui Permessi rilasciati ai sensi della delibera giudicata ‘illegittima’, se ritenga legittimi gli interventi autorizzati, alla luce della citata delibera, in virtù del solo permesso di costruire, a quanto ammontano le risorse introitate come monetizzazione e quale è stata la loro destinazione”.“È il momento – concludono i consiglieri di minoranza - di dire chiaramente che la rigenerazione va fatta dove serve, e che quanto avvenuto a Pescara, con la concentrazione di interventi in aree di pregio, o comunque non degradate, è l’esatto contrario di quel che serve. E l’atteggiamento del centrodestra ha finito per portare la città nel caos”.