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Martedì, 02 Dicembre 2025 13:28

Le sculture di Vito Pancella in mostra

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Il prossimo 5 dicembre si terrà l’inaugurazione della mostra “Vito Pancella: dare vita alla materia”, a ottant’anni dalla nascita e vent’anni dalla scomparsa dello scultore abruzzese (Lanciano, 1945 – 2005). L’esposizione sarà allestita a Maison des Arts, promossa da fondazione Pescarabruzzo.Il vernissage si terrà il 5 dicembre, alle ore 17.30, a ingresso libero, e la mostra sarà visitabile fino al prossimo 8 marzo 2026.Curata dalla storica e critica d’arte, Ida Mitrano, la mostra propone una lettura rinnovata della ricerca di Pancella e del suo rapporto profondo con la natura, la forma e il “respiro” della materia. Come sottolinea il presidente della Pescarabruzzo Nicola Mattoscio, l’esposizione nasce dal principio che guidava l’artista: la necessità di “dare la vita, il respiro alla materia”, trasformando bronzo, marmo e gesso in forme animate, vibranti e cariche di tensione poetica.L’esposizione presenta 55 opere complessive, di cui: 33 sculture in bronzo, marmo e gesso, che documentano l’evoluzione stilistica dell’artista dai primi lavori degli anni ‘70 alla piena maturità, e 22 opere grafiche, tra incisioni e disegni, specialmente degli anni ‘80, che dialogano con le sculture evidenziando la libertà espressiva e la padronanza tecnica dell’autore.Due gessi degli anni ‘70 legati agli studi romani presso Pericle Fazzini, aprono il percorso, mentre un nucleo di opere dedicate ai fenomeni naturali – dall’alba alla luna, dal vento alla primavera – restituisce lo sguardo umano e poetico dell’artista, capace di trasformare gli elementi in forme che raccontano la ciclicità della vita e l’intimo legame tra uomo e natura. Nelle parole della curatrice Ida Mitrano, le sculture di Pancella rivelano un sentimento della natura» che è esperienza interiore e vibrazione emotiva, tra leggerezza, tensione e fragilità.Al vernissage, dopo i saluti istituzionali di Nicola Mattoscio, e Carlo Masci, interverranno gli autori dei testi del catalogo: Ida Mitrano, curatrice della mostra, e Alessandro Masi, storico dell’arte e segretario generale della società Dante Alighieri di Roma. Saranno presenti i familiari dell’artista.Un artista tra mito, natura e forma. Il percorso espositivo mostra un’opera sospesa tra classicità e inquietudine contemporanea: figure femminili enigmatiche, corpi attraversati dal vento, superfici vibrate, forme che sembrano emergere e dissolversi allo stesso tempo. Come osserva Mitrano, Pancella «non vuole rappresentare, ma essere», restituendo alla scultura una dimensione esistenziale che unisce etica, estetica e umanità profonda.Nel suo saggio, Alessandro Masi amplia lo sguardo sulla figura dell’artista e sulla sua appartenenza alla grande stagione della scultura italiana della seconda metà del Novecento, erede della lezione di Pericle Fazzini e interprete originale del rapporto tra forma, mito e natura.Vito Pancella nasce a Lanciano nel 1945, dove compie gli studi artistici prima di trasferirsi a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Qui si forma alla scuola dello scultore Pericle Fazzini e dell’incisore Lino Bianchi Barriviera. Per oltre vent’anni insegna nei licei artistici di Bari e di Roma, città dove mantiene a lungo il proprio studio e partecipa attivamente alla vita culturale. Nel 1989 torna stabilmente a Lanciano, pur continuando a lavorare tra le fonderie di Verona e i laboratori del marmo di Pietrasanta. La sua intensa attività espositiva, durata quasi quarant’anni, lo vede presente in numerose personali e collettive in Italia e all’estero, con riconoscimenti e premi significativi. Muore il 12 giugno 2005, dopo una lunga malattia.
Il prossimo 5 dicembre si terrà l’inaugurazione della mostra “Vito Pancella: dare vita alla materia”, a ottant’anni dalla nascita e vent’anni dalla scomparsa dello scultore abruzzese (Lanciano, 1945 – 2005). L’esposizione sarà allestita a Maison des Arts, promossa da fondazione Pescarabruzzo.Il vernissage si terrà il 5 dicembre, alle ore 17.30, a ingresso libero, e la mostra sarà visitabile fino al prossimo 8 marzo 2026.Curata dalla storica e critica d’arte, Ida Mitrano, la mostra propone una lettura rinnovata della ricerca di Pancella e del suo rapporto profondo con la natura, la forma e il “respiro” della materia. Come sottolinea il presidente della Pescarabruzzo Nicola Mattoscio, l’esposizione nasce dal principio che guidava l’artista: la necessità di “dare la vita, il respiro alla materia”, trasformando bronzo, marmo e gesso in forme animate, vibranti e cariche di tensione poetica.L’esposizione presenta 55 opere complessive, di cui: 33 sculture in bronzo, marmo e gesso, che documentano l’evoluzione stilistica dell’artista dai primi lavori degli anni ‘70 alla piena maturità, e 22 opere grafiche, tra incisioni e disegni, specialmente degli anni ‘80, che dialogano con le sculture evidenziando la libertà espressiva e la padronanza tecnica dell’autore.Due gessi degli anni ‘70 legati agli studi romani presso Pericle Fazzini, aprono il percorso, mentre un nucleo di opere dedicate ai fenomeni naturali – dall’alba alla luna, dal vento alla primavera – restituisce lo sguardo umano e poetico dell’artista, capace di trasformare gli elementi in forme che raccontano la ciclicità della vita e l’intimo legame tra uomo e natura. Nelle parole della curatrice Ida Mitrano, le sculture di Pancella rivelano un sentimento della natura» che è esperienza interiore e vibrazione emotiva, tra leggerezza, tensione e fragilità.Al vernissage, dopo i saluti istituzionali di Nicola Mattoscio, e Carlo Masci, interverranno gli autori dei testi del catalogo: Ida Mitrano, curatrice della mostra, e Alessandro Masi, storico dell’arte e segretario generale della società Dante Alighieri di Roma. Saranno presenti i familiari dell’artista.Un artista tra mito, natura e forma. Il percorso espositivo mostra un’opera sospesa tra classicità e inquietudine contemporanea: figure femminili enigmatiche, corpi attraversati dal vento, superfici vibrate, forme che sembrano emergere e dissolversi allo stesso tempo. Come osserva Mitrano, Pancella «non vuole rappresentare, ma essere», restituendo alla scultura una dimensione esistenziale che unisce etica, estetica e umanità profonda.Nel suo saggio, Alessandro Masi amplia lo sguardo sulla figura dell’artista e sulla sua appartenenza alla grande stagione della scultura italiana della seconda metà del Novecento, erede della lezione di Pericle Fazzini e interprete originale del rapporto tra forma, mito e natura.Vito Pancella nasce a Lanciano nel 1945, dove compie gli studi artistici prima di trasferirsi a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Qui si forma alla scuola dello scultore Pericle Fazzini e dell’incisore Lino Bianchi Barriviera. Per oltre vent’anni insegna nei licei artistici di Bari e di Roma, città dove mantiene a lungo il proprio studio e partecipa attivamente alla vita culturale. Nel 1989 torna stabilmente a Lanciano, pur continuando a lavorare tra le fonderie di Verona e i laboratori del marmo di Pietrasanta. La sua intensa attività espositiva, durata quasi quarant’anni, lo vede presente in numerose personali e collettive in Italia e all’estero, con riconoscimenti e premi significativi. Muore il 12 giugno 2005, dopo una lunga malattia.
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