Arriva la replica a Paolucci e Marinelli con l'assessore che specifica: "La fiscalità aggiuntiva è prevista per legge" specificando che il disavanzo si saprà solo a luglio 2026. Per l'assessore dalla minoranza sarebbe in atto una vera e propria aggressione, ingiustificata, alla sanità regionale che sta minando la fiducia dei cittadini
“È incredibile che la minoranza stia tentando di far passare per una sorta di questua amicale quella che invece è una richiesta di buon senso: obbligare la Regione ad accantonare preventivamente 103 milioni di euro nel bilancio per la copertura di un disavanzo che sarà quantificato solo a luglio 2026 è un qualcosa che non è mai accaduto prima”. Con queste parole l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì replica al capogruppo regionale Pd Silvio Paolucci e il segretario regionale del Partito democratico Daniele Marinelli che hanno parlato di un indebitamento superiore di cinque volte a quello delle altre regioni sulla sanità in Abruzzo. Un riferimento, quello ai 103 milioni, all’emendamento a firma dei parlamentari FdI con cui al governo è stata chiesta la deroga all’obbligo di accantonare l’intero importo della fiscalità aggiuntiva come ulteriore finanziamento della sanità regionale. “Vorrei ricordare – continua Verì – che chi oggi parla non ha mai dovuto fare i conti con una normativa di questo tipo, che risulta fortemente penalizzante non solo per la Regione Abruzzo, ma per tutte le Regioni italiane, visto che tutte sono alle prese con le coperture dei disavanzi. Ingessare un bilancio regionale, bloccando fondi in modo prudenziale, a mio parere è un errore”. Ma la Verì rimarca, per l’ennesima volta, che i fondi destinati al ripiano del disavanzo sanitario sono già fondi destinati alla sanità, come ribadito in più occasioni proprio dal tavolo di monitoraggio, che dunque non vengono sottratti ad altri scopi. “I proventi della fiscalità aggiuntiva – spiega ancora – introdotta ormai quasi vent’anni fa, sono destinati alla copertura delle eventuali perdite dei sistemi sanitari regionali. Fino al 2022 siamo riusciti a garantire l’equilibrio finanziario utilizzando solo i finanziamenti del fondo sanitario nazionale, ma l’esplosione dei costi del personale e delle materie prime registrati negli ultimi anni, impongono oggi di ricorrere a quelle risorse aggiuntive che finora abbiamo permesso fossero utilizzate ad altro. Per questo trovo davvero incredibili certe affermazioni dell’opposizione, che dovrebbe conoscere perfettamente la natura di quelle somme e il loro scopo”. Per l’assessore da parte della minoranza è in atto una vera e propria aggressione alla sanità regionale, che sta minando la fiducia dei cittadini nei confronti degli operatori sanitari che ogni giorno lavorano con professionalità nelle nostre strutture. “E non basta semplicemente precisare ogni volta che l’attacco non è rivolto agli operatori – incalza Verì -, perché quando si parla di sprechi e inefficienze in sanità si accusa chi nella sanità ci lavora e sa perfettamente che l’assistenza costa, costa sempre di più e le spese sono quasi sempre incomprimibili, salvo tagliare i servizi: cosa che questo governo regionale non ha mai fatto. La domanda di salute è quadruplicata dopo il covid, l’assistenza alle cronicità è strutturata, sono stati introdotti farmaci innovativi dai costi esorbitanti. Trovo altrettanto ipocrita, da parte della minoranza, parlare di efficientamento e di riorganizzazione dei servizi, quando basta accorpare due unità operative (non sopprimerle) per far partire la solita ridda di comunicati di sdegno e protesta, come è facile rintracciare nelle cronache recenti e meno recenti”. Un riferimento, infine, l’assessore regionale lo fa alle modifiche dei criteri di riparto del fondo sanitario nazionale, che per la prima volta, anche se poco più che simbolicamente sottolinea, tengono in considerazione la densità abitativa. “Siamo perfettamente consapevoli che i 6 milioni ottenuti in più sono pressoché simbolici. Però vorrei sapere perché chi oggi deride questo risultato, che ha un profondo significato politico che porterà ad altri risultati nel 2026, non ha mai posto in discussione la questione dell’iniquità dei criteri di riparto, sia direttamente, sia attraverso i propri parlamentari. Invece di ingaggiare uno scontro con altre Regioni dello stesso colore politico, era certo più semplice, per far quadrare i conti, non acquistare apparecchiature, assumere il personale con contratti precari e sottopagati, non eseguire alcuna manutenzione sulle strutture”. “Noi, invece, non abbiamo avuto timori nel confrontarci, anche molto duramente, con Regioni grandi e amministrate dal centrodestra. E' stata una scelta coraggiosa, del quale va dato atto al Presidente Marsilio, che oggi ha fatto centrare un obiettivo che può apparire quasi insignificante, ma che invece ha avuto il merito di aprire una riflessione che ha portato alla costituzione di un organismo tecnico per la revisione dei criteri dell’intero riparto. Chi oggi ironizza – conclude -, dov’era?”.